domenica 8 febbraio 2009

FANNULLONE,BIGHELLONE etc.

FANNULLONE,BIGHELLONE etc.

Fcciamo, questa volta un breve, veloce excursus dei termini napoletani che rendono quelli toscani dell’epigrafe:
fannullone( che è propriamente la persona oziosa che non vuole e vorrebbe fare nulla, etimologicamente comp. di fa ( 3° p. sing.ind. pres. del verbo fare) e nulla (dal lat. nulla, neutro pl. di nullus 'nessuno';), col suff. accrescitivo –one);
bighellone (che è chi perde il suo tempo, andando in giro senza addivenire a nulla, etimologicamente accrescitivo (per il tramite del suffisso one, di un antico bigollo o pigollo = trottola);
sfaticato (chi si sottrae volontariamente e per scelta di vita al lavoro, alla fatica, , etimologicamente da fatica lat. volg. fatiga(m), deriv. di fatigare 'prostrare, stancare' con un prefisso s di tipo distrattivo) ed altri consimili.
In napoletano abbiamo:
- funa fraceta id est: fune fradicia dunque inservibile e quindi inoperosa; l’aggettivo fraceta è per metatesi e sostituzione della dentale dal latino: fradicius dal verbo fracere=infradicire,
- francalasso che è propriamente il bighellone, colui che ozia andandosene in giro senza meta e/o scopo; etimologicamente formato, come il suo omologo michelasso, dall’addizione di un nome proprio (qui franco, lí michele) e dell’aggettivo lasso che è dal lat. lassu(m); cfr. lassare 'stancare'da intendersi in senso ironico ed antifrastico, atteso che chi non lavora, non può stancarsi; il perché di quei due nomi e non altri è ignoto,ma forse non gli è estraneo il fatto che in napoletano franco sta per libero, senza costrizioni e dunque senza impegni, mentre michele è usato nel senso duro, ma affettuoso di sciocco, inetto, una persona cui non si affiderebbe un lavoro o impegno, nel timore che lo mancasse,
- pierdetiempo che è esattamente il perdigiorno toscano; etimologicamente formato unendo la seconda persona dell’ind. presente del verbo perdere che è dal lat. perdere, comp. di per 'al di là, oltre' e dare 'dare' e al sostantivo tiempo= tempo, tiempo è, come il toscano tempo, dal latino tempu(s)ma con tipica dittongazione i e nella sillaba d’avvio.
- sfatecato e sfacennato che sono l’esatto adattamento dialettale dei toscani sfaticato e sfaccendato; al primo abbiamo già accennato; il secondo: sfacennato è marcato su sfaccendato con sincope di una c, assimilazione progressiva d→n = nn da un latino facienda particio futuro passivo di facere (cose da farsi ) con il prefisso sottrattivo s: senza cose da fare, id est: chi non à niente da fare;

veniamo ora a ad altri termini partenopei che pur essi designano il fannullone, il bighellone e simili, ma non trovano somiglianza nel toscano; e sono
- scemiatore di per sé il finto tonto, il falso sciocco colui che per non ottemperare ad un quid richiestogli, fa l’indiano o come piú correttamente detto in napoletano fa ‘o francese dando ad intendere di non aver compreso, esimendosi perciò dal prestare la propria opera; ricorderò che fa ‘o francese ad litteram è fare il francese; id est: far vista di non intendere ciò che venga detto, fingere di non comprendere soprattutto quando il comprendere , comporterebbe il dover eseguire per es. un ordine ricevuto o comporterebbe il doversi applicare in azioni o operazioni faticose e perciò sgradite. La locuzione fà ‘o francese (fare il francese) corrisponde all’incirca come ricordato, al fare l’indiano della lingua italiana; ma l’espressione napoletana è, per i napoletani, molto piú storicamente corretta di quella italiana , non risultando che i partenopei abbiano avuto grandi rapporti con gli indiani sia delle Indie che delle Americhe, mentre ebbero molto a che spartire con gli invasori francesi coi quali si crearono grandi problemi di comprensione reciproca.
- scemiatore è un deverbale (attraverso il noto suffisso di scopo o fine: tore) di scemià che è il comportarsi come or ora cennato, ed etimologicamente è da un basso latino ex-simare,
- Stracquachiazze propriamente il bighellone aduso ad un cosí lungo, continuo, ma inconferente girovagare tale da addirittura consumare, stancar le piazze; di per sé il verbo stracquà che con il sostantivo chiazze plurale di chiazza (=piazza dal latino platea) indicherebbe lo spiovere, il venir meno della pioggia, ma qui estensivamente sta per il venir meno… delle forze o della consistenza strutturale delle ipotetiche piazze calpestate, senza tregua dal perdigiorno di turno,
- Strafalario esattamente lo scansafatiche inveterato, il fannullone patentato: parola che riproduce quasi in pieno lo spagnolo estrafàlario di medesimo significato.
Questo strafalario è parola che al mio orecchio suona molto bene e non nascondo che mi occorse di usarla talvolta in qualche compito, al tempo del liceo, in un contesto di lingua nazionale, accapigliandomene poi con il professore di lettere.
 Raffaele Bracale

Nessun commento: