sabato 17 marzo 2012

DIFFERENZA DELLA CONSONANTE EUFONICA N DA QUELLA RESIDUALE DELL’AFERESI DI UN IN→’N ILLATIVO.

DIFFERENZA DELLA CONSONANTE EUFONICA N DA QUELLA RESIDUALE DELL’AFERESI DI UN IN→’N ILLATIVO.

Esistono nel napoletano molte voci che etimologicamente son costruite con una consonante n eufonica posta in posizione protetetica: es. nc’è per c’è ndrammera/ntrammera,per drammera/trammera etc.; ( tale consonante non è residuo di un in→’n illativo, ma è una consonante eufonica atta cioè a migliorare la pronuncia della parola e e dunque non necessita di alcun segno diacritico d’aferesi la cui apposizione, (come invece spessissimo m’è occorso di trovare in taluni importanti (sic!) scrittori, sedicenti esperti dell’esatta grafia dell’idioma partenopeo) sarebbe oltre che errata, anche inutile e pleonastica!
Cosa ben diversa è quando la n protetica di un sostantivo (ad es. ‘ncielo) o d’ un avv. (ad es.: ‘ncoppa) è residuo di un in→(i)n →’n illativo: in tal caso la n (che non è eufonica) necessita, come ò anticipato, del segno diacritico d’aferesi (’n) e sarebbe opportuno che tutti, addetti ai lavori e/o dilettanti riuscessero una buona volta a comprendere la differenza di cui ò parlato,, ne prendessero atto e non continuassero a far d’ogni erba un fascio inondando i loro erronei scritti di brulicanti pletoriche, inutili, fastidiose ‘n malamente aferizzate anche quando si tratti di consonanti eufoniche! Hoc est in votis! A margine e completamento rammento che nel napoletano la preposizione in (dal lat. in) non forma mai preposizioni articolate in unione con gli articoli ‘o, ‘a, ‘e (il/lo, la, gli/le) in quanto nel napoletano preposizioni quali nel/nello, nella, nelle, negli vengono rese servendosi della preposizione impropria dinto (dentro), con la morfologia dint’ô= dentro al/allo, dint’â= dentro alla, dint’ê= dentro alle/a gli atteso che in napoletano ô è appunto la crasi di a+ ‘o= a+il/lo, â è la crasi di a+ ‘a= a+la, ed ê è la crasi di a+ ‘e= a+le/gli;rammento ancóra che nel napoletano la preposizione in usata in posizione protetica di sostantivi e/o avverbi viene agglutinata con essi assumendo la forma aferetica di ‘n (ad es.: in terra→’nterra, in cielo→’ncielo, in sopra→’ncoppa, in giú→’nsotto) e talora di ‘m davanti alla consonante consonante occlusiva bilabiale sorda (p) (cfr. ‘mparaviso = in paraviso ) o davanti all’ occlusiva bilabiale sonora (b) davanti alla quale dà luogo ad assimilazione progressiva (cfr. ad es.in bocca→ ‘mbocca→’mmocca ).


Raffaele Bracale

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