domenica 31 ottobre 2021

SURCO CUMMOGLIA SURCO

 

SURCO CUMMOGLIA SURCO

Anche questa volta faccio sèguito ad  un  quesito rivoltomi dall’amico N.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche) occupandomi dell’antica, ma non desueta espressione partenopea in epigrafe, che tradotta ad litteram vale: Solco copre solco  ma che  però d’acchito non è di facile comprensione  se non si conosce  qual è il significato sotteso dell’espressione. Fa d’uopo perciò ch’io cerchi di chiarirlo. In effetti la locuzione non fa riferimento, come invece si potrebbe pensare, all’erroneo comportamento d’ un malaccorto contadino che arando un terreno si fosse sbagliato ed invece di tirar solchi paralleli o ortogonali  e distanti il giusto, li avesse tracciati troppo vicino sino a coprire la terra smossa d’un vecchio solco con la terra smossa d’un nuovo solco. No! Si tratta di tutt’altro. L’espressione nel suo significato sotteso vale: debito (nuovo) risana un debito (vecchio) Ci troviamo cioé in presenza  della  tipica spirale dell’usura quella che comporta la necessità di contrarre  un debito nuovo  per risanarne  uno  precedente, il tutto  in una  serie di avvenimenti e di situazioni che si succedono, in una catena di cause e di effetti, con un ritmo ed una intensità sempre crescenti rendendo via via piú vasto e grave il fenomeno generale di cui sono manifestazioni. A questo punto c’è però  da chiedersi perché il surco (solco) venga preso, nella locuzione, a figura del debito; e la risposta non manca: a ben riflettere il solco può ben rappresentare  una ferita che viene aperta dal vomere nella carne della terra e,  ad un dipresso, il debito rappresenta una ferita aperta se non nella carne, nello spirito di chi lo contrare ed è ferita tanto piú dolorosa se, per curarla o sanarla,  se ne deve aprire un’altra cosí come nella lettera della locuzione.

surco s. m. [lat. sŭlcu-m→surco con alternanza delle liquideL→R] . –  Apertura lunga e stretta, piú o meno diritta e profonda, prodotta dal terreno con l’aratro o con altri attrezzi agricoli;

cummoglia copre, cela, nasconde, occulta;  voce verbale 3ª p. sg. ind. pr. dell’infinito cummiglià;   voce da un basso latino:cum+volvjare→cumvoljare→cummoljare→cummuljare→cummiglià 

Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste due  paginette. Satis est.

Raffaele Bracale

 

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