15 ICASTICHE ESPRESSIONI
1.Ô RICCO LLE MORE 'A MUGLIERA, Ô PEZZENTE LE MORE 'O CIUCCIO.
Ad litteram: al ricco viene a mancare la moglie, al povero, l'asino... Id
est:Il povero è sempre quello piú bersagliato dalla mala sorte: infatti al
povero viene a mancare l'asino che era la fonte del suo sostentamento, mentre
al ricco viene a mancare la moglie, colei che gli dilapidava il patrimonio;
morta la moglie il ricco non à da
temere rivolgimenti di fortuna, mentre il povero che à perso l'asino sarà
sempre piú in miseria.
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2. A PPAZZE I A CCRIATURE, 'O SIGNORE LL'AJUTA.
Ad litteram: pazzi e bimbi, Dio li aiuta. Id est: gli irresponsabili godono
di una particolare protezione da parte del Cielo. Con questo proverbio, a
Napoli, si soleva disinteressarsi di matti o altri irresponsabili,
affidandoli al buonvolere di Dio e alla Sua divina provvidenza e protezione .
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3.SI COMME TIENE 'A VOCCA, TENISSE 'O CULO, FACIARRÍSSE CIENTO
PIRETE E NUN TE N'ADDUNASSE.
Ad litteram: se come tieni la bocca, avessi il sedere faresti cento peti e
non te n'accorgeresti; il proverbio è usato per
bollare l'eccessiva verbosità di taluni, specie di chi è
logorroico e parla a vanvera, senza alcun costrutto, di chi - come si dice -
apre la bocca per prendere aria, non per esprimere concetti sensati.
culo s.vo m.le= culo, sedere; etimo:dal lat. culum che è dal greco koîlos
– kolon
faciarrisse= faresti voce verbale (cong. imperfetto 2ª p. sg.)
di fà= fare; etimo: lat. fa(ce)re
pireto s.vo m.le= peto, scorreggia; etimo: latino peditum
addunasse= accorgeresti voce verbale (cong. imperfetto 2ª p.
sg.) di addunà/arse= accorgersi;
etimo: franc. s’addonner (darsi,
dedicarsi).
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4.SI 'ARENA È RROSSA, NUN CE METTERE NASSE.
Ad litteram: se la sabbia(il fondale del mare) è rossa, non mettervi le nasse(perché
sarebbe inutile). Id est: Se il fondale marino è rosso - magari per la
presenza di corallo, non provare a pescare, ché non prenderesti nulla. Per
traslato il proverbio significa che se un uomo o una donna ànno inclinazioni
cattive, è inutile tentare di crear con loro un qualsiasi rapporto: non si
otterrebbero buoni risultati.
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5. SI 'A TAVERNARA È BBONA, 'O CUNTO È SEMPE CARO.
Ad litteram: se l'ostessa è procace, il conto risulterà sempre salato. Lo si
dice a mo' d'ammonimento a tutti coloro che si ostinano a frequentare donne
lascive e procaci, che per il sol fatto di mostrar le loro grazie pretendono
di esser remunerate in maniera eccessiva...
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6. NUN TE DÀ MALINCUNÍA, NÈ PE MALU TIEMPO, NÈ PE MALA SIGNURÍA.
Ad litteram: non preoccuparti nè per cattivo tempo, nè per pessimi
governanti. Id est: sia il cattivo tempo, che i governanti cattivi prima o
poi cambiano o spariscono per cui non te ne devi preoccupare eccessivamente
fino a prenderne malinconia...
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7.'AMMUINA È BBONA P''A GUERRA...
Ad litteram: il caos, la baraonda è utile in caso di guerra; id est: per aver
successo in caso di lotta occorre che ci sia del caos, della baraonda;
mestando in esse cose si può giungere alla vittoria nella lotta intrapresa.
* ammuina = chiasso, confusione,
fastidio; etimo: deverbale del verbo spagnalo amohinar(infastidire).
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8.ASTIPATE 'O PIEZZO JANCO* PE QUANNO VENONO 'E JUORNE NIRE.
Ad litteram: conserva il pezzo bianco per quando verranno le giornate nere.
Id est: cerca di comportarti come una formica;* ‘o piezzo janco è letteralmente
il pezzo bianco e cioè la grossa
moneta d’argento (scudo/ducato)
anticamente detta appunta piezzo; non dilapidare tutto quel che ài: cerca di
tener da parte sia pure un solo scudo d'argento (pezzo bianco) di cui potrai
servirti quando verranno le giornate di miseria e bisogno.
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9.MALE E BBENE A FINE VÈNE.
Ad litteram: il male o il bene ànno un loro termine. Id est: Non preoccuparti
soverchiamente ma non vivere sugli allori perché sia il male sia il bene che
ti incorrono,non sono eterni e come son cominciati, cosí finiranno.
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10.CHI TÈNE PANE E VVINO, 'E SICURO È GIACUBBINO.
Ad litteram: chi tiene pane e vino, di certo è giacobino. Durante il periodo
(23/1-13/6 1799)della Repubblica Partenopea, il popolo napoletano considerava
benestanti, i sostenitori del nuovo regime politico. Attualmente il proverbio
è inteso nel senso che sono ritenuti capaci di procacciarsi pane e vino, id
est: prebende e sovvenzioni coloro che militano o fanno vista di militare
sotto le medesime bandiere politiche degli amministratori comunali, regionali
o provinciali che a questi nuovi giacobini son soliti procacciare piccoli o
grossi favori, non supportati da alcuna seria e conclamata bravura, ma solo
da una vera o pretesa militanza politica.
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11.DICETTE 'O PAGLIETTA: A TTUORTO O A RRAGGIONE, 'A CCA À DDA
ASCÍ 'A ZUPPA E 'O PESONE.
Ad litteram: disse l'avvocatucolo: si abbia torto o ragione, di qui devon
scaturire il pasto e la pigione; id est: non importa se la causa sarà vinta o
persa, è giusto assumerne il patrocinio che procurerà il danaro utile al
sostentamento e al pagamento del fitto di casa. Oggi il proverbio è usato
quando ci si imbarchi in un'operazione qualsiasi senza attendersene esiti
positivi, purché sia ben remunerata.
pesone = pigione, fitto da pagare; etimo: latino acc. pensione(m)da pendere= pesare, pagare.
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12.'O DIAVULO, QUANNO È VVIECCHIO, SE FA MONACO CAPPUCCINO.
Ad litteram: il diavolo diventato vecchio si fa monaco cappuccino. Id est:
spesso chi à vissuto una vita dissoluta e peccaminosa, giunto alla vecchiaia,
cerca di riconciliarsi con Dio nella speranza di salvarsi l'anima in
extremis.
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13.CHI TÈNE 'O LUPO PE CCUMPARE, È MMEGLIO CA PURTASSE 'O CANE
SOTT'Ô MANTIELLO.
Ad litteram: chi à un lupo per socio, è meglio che porti il cane sotto il
mantello. Id est: chi à cattive
frequentazioni è meglio che si premunisca fornendosi di adeguato aiuto per le
necessità che gli si presenteranno proprio per le cattive frequentazioni. Da
notare come in napoletano il congiuntivo esortativo non è reso con il presente,
ma con l'imperfetto...
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14.SI 'O CIUCCIO NUN VO' VEVERE, AJE VOGLIA D''O SISCÀ...
Ad litteram: se l'asino non vuole bere, potrai fischiare quanto vuoi (non
otterrai nulla)Id est: è inutile cercar di convincere il saccente e
presuntuoso; tale ignobile testardo si redime ed accetta il nuovo solo con il
proprio autoconvincimento... ; alibi, per significare ad un dipresso la
medesima cosa, si dice:’O PURPO S’À DDA COCERE CU LL’ACQUA SOJA=il polpo
deve cuocersi nella propria acqua…
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15.MO M'HÊ ROTTE CINCHE CORDE 'NFACCI' Â CHITARRA E 'A SESTA
POCO TENE.
Ad litteram: ora mi ài rotto cinque corde della chitarra e la sesta è
prossima a spezzarsi. Simpatica locuzione che a Napoli viene pronunciata
verso chi à cosí tanto infastidito una persona da condurlo all'estremo limite
della pazienza e dunque prossimo alla reazione conseguente, come chi vedesse
manomessa la propria chitarra nell'integrità delle corde di cui cinque
fossero state rotte e la sesta allentata al punto tale da non poter reggere
piú l'accordatura.
Brak
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