31 ICONICHE
ESPRESSIONI PARTENOPEE 1.CANTA
CA TE FAJE CANONICO! Il
proverbio ironicamente intende sottolineare l'abitudine di tanti che in una
discussione, non avendo serie argomentazioni da apportare alle proprie tesi,
alzano il tono della voce ritenendo cosí di prevalere o convincere l'antagonista.Il
proverbio fa riferimento all’abitudine dei canonici della Cattedrale che son soliti
cantare l'Ufficio divino con tonalità spesso elevate, per farsi udire da
tutti i fedeli. |
2. ARMAMMOCE
E GGHIATE. |
3. A - CANE
E CCANE NUN SE MOZZECANO B- CUOVERE E CUOVERE NUN SE CECANO LL'UOCCHIE. |
4.CCA
'E PPEZZE E CCA 'O SAPONE. |
5.TENÉ
'A SÀRACA DINT' Â SACCA |
6.T'AGGI''A
FÀ N'ASTECO ARETO Ê RINE... |
7.ÒGNE
ANNO DDIO 'O CUMANNA |
8. PE GGULÍO
'E LARDO, METTERE 'E DDETE 'NCULO Ô PUORCO. |
9.SCIORTA
E MMOLE SPONTANO 'NA VOTA SOLA. |
10.LL'ARTE
'E TATA È MMEZA 'MPARATA. |
|
11.ATTACCARSE
Ê FELÍNIE. |
12. JÍ
FACENNO 'O GGIORGIO CUTUGNO. |
13. 'NCASÀ
'O CAPPIELLO DINT' Ê RRECCHIE. |
14. ROMPERE
'O NCIARMO. n(eufonico) +
charme |
15.'NGRIFARSE
COMME A 'NU GALLERINIO. 16- PASSA 'A VACCA Ad litteram: passa la vacca In realtà l'espressione che di solito è
usata assieme all'altra: fa acqua 'a pippa (vedi alibi) viene usata per
indicare un chiaro, inequivocabile stato di indigenza, una incommensurabile inopia quando manchi tutto e non si abbiano mezzi per procurarsi
alcunché.Come facilmente intuibile, i bovini non c'entrano nulla con la
lucuzione che è piú semplicemente corruzione di un latino medioevale: passant vacua/passat vacua espressione usata dai doganieri medioevali
per segnalare quel/quei carro/i
transitante/i vuoto/i di merci e dunque non soggetto/i al pagamento di
balzelli. 17 - PASSÀ CU 'A SCOPPOLA Ad litteram: passare con lo scappellotto Id est: godere di un' entrata di favore,
avere un avanzamento non meritato, sopravanzare gli altri immeritatamente La
locuzione si rifà a quanto accadeva anticamente all'ingresso del teatro dei
Pupi allorchè in presenza di una ressa di ragazzi sprovvisti di biglietto e
della moneta per procurarselo, il custode usava favorire qualcuno di quei
ragazzi e lo spingeva in sala
assestandogli un piccolo scappellotto. 18 -
PASSARSE 'A MANA P''A CUSCIENZA Ad litteram: passarsi la mano sulla coscienza Id est: farsi un accurato esame di
coscienza prima di prendere decisioni ostili o lesive degli interessi altrui,
interrogandosi seriamente se il
comportamento che si intende tenere
sia giusto, adatto e commisurato a quel cui si vada ad opporre, ma
soprattutto chiedendosi se si è
moralmente scevri da quei difetti che, con la nostra azione, si
vorrebbe combattere. 19 -PASSARCE PE CCOPPA Ad litteram: passarci sopra Id est: sorvolare, non tener conto di
qualcosa, non darvi peso,
superarlo quasi come un piccolo
ostacolo da poter agevolmente saltare. 20 -PAVÀ A CCAMMISA SURATA Ad litteram: pagare a camicia sudata Id est: accordare il compenso solo a lavoro
ultimato quando la camicia sudata
dimostrerà che ci si è impegnati nel
lavoro pattuito. Per traslato la locuzione si usa quando si voglia stabilire in un contratto
il conferimento della
controprestazione, come è giusto che
sia, solo dopo l'avvenuta prestazione. 21 - PENZ' Â SALUTE Ad litteram: pensa alla salute Id est: non
crucciarti soverchiamente, non porti domande, occupati in primis et
ante omnia del tuo stato di salute che non deve patire a causa delle quisquilie che ci
occupano e che ti preoccupano
eccessivamente ed immotivatamente. 22 -PE GGHIONTA 'E RUOTOLO Ad litteram: per aggiunta al rotolo Id est: come se
non bastasse; locuzione usata con un
amaro senso di rammarico quando ad un imprevisto danno si accompagni una ancor più deleteria
beffa; l'espressione richiama anche se
in modo antifrastico quella gratuita giunta di merce che gli onesti e
liberali venditori solevano concedere ai clienti più bisognosi affiancandola al rotolo, tipica misura di
peso che nel napoletano corrispondeva a circa 900 grammi. 23 -PE TRAMENTE Nel mentre che, intanto che, nel frattempo che;
locuzione temporale avverbiale
derivata dal latino: dum- intèrea divenuta dom-mentre poi drommente ed infine tramente, usata per
indicare la contemporaneità di due
azioni di cui l'una si verifichi nel
mentre sia in corso l'altra. 24 - PE N'ACENO 'E SALE SE PERDE 'A MENESTA Ad litteram: per pochissimo sale va a male la
minestra Locuzione usata a mo' di ammonimento quando si voglia consigliare qualcuno, intento a ad una
qualsivoglia operazione, a non
trascurare i più piccoli particolari, ponendovi la massima attenzione, atteso
che basta un nonnulla per rovinare tutta l'opera, come è sufficiente
pochissimo sale, o conferito in più
o in meno, per rovinare il migliore dei manicaretti. 25 -PRUTUSINO OGNE MENESTA Ad litteram:prezzemolo in ogni minestra Cosí, con linguaggio mutuato dall'arte
culinaria viene indicato l'accanito, onnipresente presenzialista aduso ad
intervenire in ogni consesso, in ispecie a quelli dove non sia stato
invitato, lí esprimendo, a maggior disdoro, il suo parere non richiesto
e comportandosi quasi come il
prezzemolo erba aromatica presente a volte anche casualmente in quasi tutte le salse e le minestre della
cucina partenopea. prutusino
s.vo neutro = prezzemolo, erba aromatica,pianta erbacea biennale, rustica,
dicotiledone, largamente coltivata per le sue foglioline composte di colore
verde lucente a margini frastagliati, usate in cucina per le proprietà
aromatiche (fam. Ombrellifere) etimologicamente lettura metatetica dal gr. petrosélinon, comp. di pétra
'roccia, pietra' e sélinon 'sedano'; propr. 'sedano che cresce fra le pietre' 26 -PEZZENTE SAGLIUTO Ad litteram: povero rimpannucciato Cosí viene appellato chi, notoriamente povero ed indigente, sia
improvvisamente ed inopinatamente assurto
ad uno status emergente; di tali poveri
che abbiano asceso di colpo la
scala sociale, è bene diffidare, in quanto
poco raccomandabili. pezzente s.vo ed agg.vo m.le e f.le mendicante, straccione; persona
che vive in condizioni di grande miseria: jí vestuto comme a ‘nu
pezzente(andare vestito come un pezzente); paré ‘nu pezzente(sembrare un
pezzente) | persona meschina, eccessivamente attaccata al denaro: fà ‘o
pezzente (fare il pezzente). Si tratta di unavoce di orig. merid., pervenura
anche nell’italiano, ed etimologicamente è propriamente il part. pres. del
napol. pezzire 'chiedere l'elemosina', che è dal lat. volg. *petire, per il
class. pètere 'chiedere' 27 -PIGLIÀ ASSO PE FIJURA Ad litteram: prender asso per figura Id est: Detto
di chi incorre in un grossolano,
sciocco errore, confondendo due elementi d'aspetto e valenza completamente
diversi; locuzione mutuata dal giuoco delle carte napoletane nel quale giuoco
solo un giocatore molto inesperto ed
incapace può incorrere nell'errore di confondere l'asso con il fante o il cavallo o il re. 28 -PIGLIÀ 'A BANCA 'E LL'ACQUA P''O CARRO 'E
PIEREROTTA oppure PIGLIÀ 'A SPUTAZZA
P''A LIRA 'ARGIENTO. Ad litteram: confondere il banco della mescita
dell'acqua per il carro della festa di
Piedigrotta oppure confondere uno sputo per una lira di argento Locuzione con
cui si indicano sesquipedali errori in cui incorrono soprattutto gli stupidi
ed i disattenti atteso che, per quanto
coperto di elementi ornativi il piccolo banco dell'acquaiolo non può mai o meglio, non poteva mai raggiungere l'imponenza di un carro della
festa di Piedigrotta, né mai un volgare sputo può esser confuso con una
moneta d'argento.Per altri macroscopici errori vedi alibi. 29 -PIGLIARLA 'E LISCIO Ad litteram: prenderla di liscio, scivolare, slittare
id est: prendere uno scivolone e ciò in senso reale, ma anche
figuratamente riferito alla
incapacità di porsi un freno dando una adeguata regolata alle azioni o al
discorso. 30 - PIGLIÀ CU 'E BBONE o all'inverso PIGLIÀ CU 'E
TTRISTE Ad litteram: pigliar con le buone; id est: trattar
qualcuno con buone maniere, con dolcezza, nel tentativo di ottener quello che se chiesto cu'e triste ovvero le
maniere forti, probabilmente non si otterrebbe. 31- CHI ALLUCCA GRAN DELORE SENTE. Ad litteram: Chi urla avverte un gran dolore;
espressione usata per sottolineare che chi piange, urla, strepita o si
lamenta in genere non lo fa per partito preso o per il gusto di farlo, ma per
il fatto cogente di avvertire su di sé un gran dolore che lo spinge al
lamento. allucca= grida; voce verbale
(3ª p.sg. ind. pr. dell’inf. alluccà =
gridare, urlare[dal lat. volg. *adloquicare→alloq(ui)care→ alloccare→alluccà
intensivo di loqui]. Raffaele Bracale Brak |
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