CACHILÈ/CACHILEO
L’amico G. D.N. (i consueti problemi di risevatezza, in
assenza di dritte diverse, mi impongono
l’indicazione delle sole iniziali di nome e cognome),che è uno dei miei piú assidui ed attenti fruitori
delle cose che scrivo, mi à chiesto per l’appunto notizie delle voci in
epigrafe scrivendomi testualmente: “Oggi ò
sentito nominare per l'ennesima volta il fantomatico "cachileo". Si
tratta di una parola di cui non ò mai capito il significato ed è usata da mia
nonna in espressioni tipo "Sta facenno 'o cachileo" riferito per
esempio a mia sorella che dopo aver detto di non poter stirare perché deve
studiare per l'esame di stato si è sdraiata sul letto a guardare la tv. Al che ò
detto a mia nonna "Sta studianno" e lei di rimando "Sta facenno
'o cachileo".
La mia ipotesi è che significhi "voluminosa e importante opera
scientifica", se non altro per la somiglianza col nome di Galilei.”
Gli rispondo ben volentieri annotando in primis
che si tratta d’un’unica voce con due morfologie, voce per altro desueta
e presente con ambedue le morfologie quasi esclusivamente sulla bocca dei
napoletani d’antan della città bassa nell’ironico significato di impegno lungo, gravoso,
monotono e ripetitivo e ciò in ragione del fatto che chi attende all’impegno suddetto
mostra di farlo malvolentieri e rabberciatamente atteso che manca di autentica
volontà o(soprattutto nel senso primo di cachileo/cachilé che valse
tartagliamento) a causa di un vero o presunto difetto fisico che impedisce il
corretto parlare. In effetti la voce cachileo/cachilé non à nulla a che
spartire(almeno nell’accezione usata dalla nonna dell’amico) né con un’opera scientifica, né con il nome
Galileo con il quale à solo una semplice assonanza. Come dicevo cachilè/cachileo è un’unica voce
con due morfologie un po’ diverse delle
quali la seconda con l’adozione di una o
paragogica per evitare il troncamento; e si tratta – ripeto - di
voce antichissima pur se del tutto desueta, assente peraltro in tutti i
calepini del napoletano che ànno il torto di raccogliere le voci da elencare solo
sui testi letterarî e non anche (come sarebbe giusto e corretto fare) nel vivo
parlato. Precisato a questo punto che cachileo/cachilé è un’unica voce con due
morfologie un po’ diverse, dirò che esso
è un sostantivo m.le deverbale di cachilejare= balbettare,tartagliare verbo a sua volta marcato sul
s.vo cacaglio derivato piú che dallo spagnolo encallar = inceppare con la parola, dal greco kaka-lailo=
parlo male.
Rammento che un tempo per ampliare la portata del termine
cachileo/cachilé si usava addizionarlo con cu
‘a museca e si usava dire: Sta
facenno ‘o cachilè cu ‘a musica!= Sta balbettando in musica!
chiarendo ad abundantiam semanticamente la portata dell’ironico
vocabolo riferito ad un’azione lunga
noiosa, ripetitiva, monotona e gravosa qual è il balbettío che si assicura
possa essere lenito cantando (donde
appunto ‘o cachilè cu ‘a musica).
Chiarisco però, per completezza e precisione che l’ espressione cachilé cu ‘a
musica è usata anche, con altra accezione, per indicare una chiassosa confusione, una rumorosa
baraonda cui a nostro malgrado ci tocchi di assistere o addirittura di
partecipare e tale accezione fa riferimento
attraverso, qui sí!, la corruzione del nome Galileo, ad un traghetto, nomato appunto Galileo che da Napoli trasportava passeggeri alle
isole del golfo; su questo traghetto si esibiva a beneficio(?) dei trasportati una rumorosa orchestrina formata da approssimati orecchianti adusi piú a far continua confusione che a sonare.
E spero cosí che l’amico G, D.N.risulti soddisfatto di
ciò che ò scritto ed ugualmente si ritenga pago qualche altro dei miei
ventiquattro lettori. Satis est.
R. Bracale
Nessun commento:
Posta un commento