venerdì 4 luglio 2008

SCIAZQUA ROSA E BBIVE AGNESE

Sciacqua Rosa e bbive Agnese.
Locuzione impossibile da tradurre ad litteram, ma densa di significato; con essa si indica la deleteria gara (anche se indotta o suggerita) che incorre tra chi piú sperperi o dilapidi, scialacquandole, personali o comuni sostanze, non tenendo in alcun cale il futuro; di tale fatto sono emblematiche figure (peraltro non identificabili) la Rosa e l’Agnese dell’epigrafe; delle due la Rosa(sia pure spinta o invitata a farlo) continuava a satollarsi di vino magari accontendandosi di una sciacquatura ossia di vino addizionato d’acqua, o anche di vino puro usato però a mo’ di risciacquo della bocca da una precedente bevuta, e l’Agnese(raccogliendo un medesimo invito) lo faceva ancora di piú bevendo senza ritegno come nell’antico giuoco del padrone e sotto gioco(di cui ò detto alibi sotto la voce: mannà all’urmo )che si svolgeva nelle bettole tra due giocatori di cui uno – il padrone o il suo sotto – poteva imporre o negare ai giocatori – innumerevoli bevute di vino con l’aggravio di dover pagare il vino bevuto.
sciacqua voce verbale (2° pers. sing.imperativo) dell’infinito sciacquà che non è come l’omofono toscano il lavare sommariamente con acqua; lavare con acqua una cosa già lavata per toglierne i residui di detersivo o di sapone, ma con derivazione da un tardo latino exaquare, deriv. di aqua 'acqua' vale: bere una piccola quantità di qualcosa: bevi un goccetto di questo vino, tanto per sciacquarti la bocca;
bive voce verbale (2° pers. sing.imperativo) dell’infinito vévere = bere
derivato di un lat. volgare bevere per il class. bibere; da notare nella voce napoletana le alternanze continue b/v nell’infinito ed il ritorno v/b nella restante coniugazione dei tempi.
Raffaele Bracale

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