lunedì 14 luglio 2008

FANNULLONE,BIGHELLONE etc.

FANNULLONE,BIGHELLONE etc.
Fcciamo, questa volta un breve, veloce excursus dei termini napoletani che rendono quelli toscani dell’epigrafe:
fannullone( che è propriamente la persona oziosa che non vuole e vorrebbe fare nulla, etimologicamente comp. di fa ( 3° p. sing.ind. pres. del verbo fare) e nulla (dal lat. nulla, neutro pl. di nullus 'nessuno';), col suff. accrescitivo –one);
bighellone (che è chi perde il suo tempo, andando in giro senza addivenire a nulla, etimologicamente accrescitivo (per il tramite del suffisso one di un antico bigollo o pigollo = trottola);
sfaticato (chi si sottrae volontariamente e per scelta di vita al lavoro, alla fatica, , etimologicamente da fatica lat. volg. fatiga(m), deriv. di fatigare 'prostrare, stancare' con un prefisso s di tipo sottrattivo) ed altri consimili.
In napoletano abbiamo:
- funa fraceta id est: fune fradicia dunque inservibile e quindi inoperosa; l’aggettivo fraceta è per metatesi dal latino: fradicius/fradicia letta fracida donde fraceta dal verbo fracere=infradicire,
- francalasso che è propriamente il bighellone, colui che ozia andandosene in giro senza meta e/o scopo; etimologicamente formato, come il suo omologo michelasso, dall’addizione di un nome proprio (qui franco, lí michele) e dell’aggettivo lasso che è dal lat. lassu(m); cfr. lassare 'stancare'da intendersi in senso ironico ed antifrastico, atteso che chi non lavora, non può stancarsi; il perché di quei due nomi e non altri è ignoto,ma forse non gli è estraneo il fatto che in napoletano franco sta per libero, senza costrizioni e dunque senza impegni, mentre michele è usato nel senso duro, ma affettuoso di sciocco, inetto, incapace: una persona cui non si affiderebbe un lavoro o impegno, nel timore che lo mancasse,
- pierdetiempo che è esattamente il perdigiorno toscano; etimologicamente formato unendo la seconda persona dell’ind. presente del verbo perdere (che è dal lat. perdere, comp. di per 'al di là, oltre' e dare 'dare') con il sostantivo tiempo= tempo, tiempo è, come il toscano tempo, dal latino tempu(s)ma con tipica dittongazione ie nella sillaba breve d’avvio.
- sfatecato e sfacennato che sono l’esatto adattamento dialettale dei toscani sfaticato e sfaccendato; al primo abbiamo già accennato; il secondo: sfacennato è marcato su sfaccendato con sincope di una c, assimilazione regressiva dn→ nn da un latino facienda participio futuro passivo di facere (cose da farsi ) con il prefisso sottrattivo s: senza cose da fare, id est: chi non à niente da fare;

veniamo ora a ad altri termini partenopei che pur essi designano il fannullone, il bighellone e simili, ma non trovano somiglianza nel toscano; e sono
- scemiatore di per sé il finto tonto, il falso sciocco colui che per non ottemperare ad un quid richiestogli, fa l’indiano o come piú correttamente detto in napoletano fa ‘o francese dando ad intendere di non aver compreso, esimendosi perciò dal prestare la propria opera; ricorderò che
- fa ‘o francese ad litteram è fare il francese; id est: far vista di non intendere ciò che venga detto, fingere di non comprendere soprattutto quando il comprendere , comporterebbe il dover eseguire per es. un ordine ricevuto o comporterebbe il doversi applicare in azioni o operazioni faticose e perciò sgradite. La locuzione a margine corrisponde all’incirca come ricordato, al fare l’indiano della lingua italiana; ma l’espressione napoletana è, per i napoletani, molto piú storicamente corretta di quella italiana , non risultando che i partenopei abbiano avuto grandi rapporti con gli indiani sia delle Indie che delle Americhe, mentre ebbero molto a che spartire con gli invasori francesi coi quali si crearono grandi problemi di comprensione reciproca.
- scemiatore è un deverbale (attraverso il noto suffisso di scopo o fine: tore) di scemià che è il comportarsi come or ora cennato, ed etimologicamente è da un basso latino ex-simare,
- Stracquachiazze propriamente il bighellone aduso ad un cosí lungo, continuo, ma inconferente girovagare tale da addirittura consumare, stancar le piazze; di per sé il verbo stracquà che con il sostantivo chiazze plurale di chiazza (=piazza dal latino platea) indicherebbe lo spiovere, il venir meno della pioggia, ma qui estensivamente sta per il venir meno… delle forze o della consistenza strutturale delle ipotetiche piazze calpestate, senza tregua dal perdigiorno di turno,
- Strafalario esattamente lo scansafatiche inveterato, il fannullone patentato: parola che riproduce quasi in pieno lo spagnolo estrafàlario di medesimo significato.
Questo strafalario è parola che mi piace ed al mio orecchio suona molto bene e non nascondo che mi occorse di usarla talvolta in qualche compito, al tempo del liceo, in un contesto di lingua nazionale, accapigliandomene poi con il professore di lettere, docente molto preparato, ma che mal digeriva certe commistioni.
Raffaele Bracale

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