sabato 11 aprile 2009

VARIE 182

1.Chi tène mali ccerevelle, tène bboni ccosce...
Chi à cattivo cervello, deve avere buone gambe, per sopperire con il moto alle dimenticanze o agli sbagli derivanti dal proprio cattivo intendere.
2.Mettere 'o ppepe 'nculo â zòccola.
Letteralmente:introdurre pepe neli’ano di un ratto. Figuratamente: Istigare,sobillare, metter l'uno contro l'altro. Quando ancora ci si serviva in primis, come mezzo di trasporto, delle navi , capitava che sui bastimenti mercantili, assieme alle merci, attratti dalle granaglie, solcassero i mari grossi topi ( in napoletano zoccole al sg zoccola dal lat. sorcula diminutivo di sorex), che facevano gran danno. I marinai, per liberare la nave da tali ospiti indesiderati, avevano escogitato un sistema strano, ma efficace: catturati un paio di esemplari, introducevano un pugnetto di pepe nero nell'ano delle bestie e poi le liberavano. Esse, quasi impazzite dal bruciore che avvertivano si avventavano in una cruenta lotta con le loro simili. Al termine dello scontro, ai marinai non restava altro da fare che raccogliere le vittime e buttarle a mare, assottigliando cosí il numero degli ospiti indesiderati. L'espressione viene usata con senso di disappunto per sottolineare lo scorretto comportamento di chi, in luogo di metter pace in una disputa,si diverte e gode ad attizzare il fuoco della discussione fra terzi...
3.Pure 'e pulice tenono 'a tosse...
Anche le pulci tossiscono - Id est: anche le persone insignificanti tossiscono, ossia vogliono esprimere il proprio parere.
4.Dice bbuono 'o ditto 'e vascio/ quanno parla della donna:/ una bbona ce ne steva/ e 'a facettero Madonna...
Ben dice il detto terrestre allorché parla della donna: ce n'era una sola che era buona ma la fecero Madonna... Id est: La donna è un essere inaffidabile - La quartina, violentemente misogina è tratta dal poemetto 'MPARAVISO del grande poeta Ferdinando Russo
5.Dicere 'a messa cu 'o tezzone.
Celebrare la messa con un tizzone ardente(in mancanza di ceri...)Id est: quando c'è un dovere da compiere, bisogna farlo quale che siano le condizioni in cui ci si trovi, adattandosi alle circostanze. La locuzione è usata a sapido commento di situazioni in cui regni l’inopia…
6.Jammo, ca mo s'aiza!
Muoviamoci ché ora si leva(il sipario)! - Era l'avviso che il servo di scena dava agli attori per avvertirli di tenersi pronti , perché lo spettacolo stava per iniziare. Oggi lo si usa per esortare all’azione in modo generico nell'imminenza di una qualsiasi attività per la quale occorre prepararsi.
7.Chello è bbello 'o prutusino, va 'a gatta e nce piscia ‘a coppa...
Il prezzemolo non è rigoglioso, poi la gatta vi minge sopra - Amaro commento di chi si trova in una situazione già di per sé precaria e non solo non riceve aiuto per migliorarla, ma si imbatte in chi la peggiora maggiormente...
8.Quanno vide 'o ffuoco a' casa 'e ll'ate, curre cu ll'acqua a' casa toja...
Quando noti un incendio a casa d'altri, corri a spegnere quello in casa tua - Cioè: tieni per ammonimento ed avvertimento ciò che capita agli altri per non trovarti impreparato davanti alla sventura.
9.Giorgio se ne vò jí e 'o vescovo n' 'o vò mannà.
Giorgio intende andar via e il vescovo vuole cacciarlo. L'icastica espressione fotografa un rapporto nel quale due persone intendono perseguire il medesimo fine, ma nessuno à il coraggio di prendere l'iniziativa, come nel caso del prelato e del suo domestico...
10.Fa mmiria ô tre 'e bastone.
Fa invidia al tre di bastoni- Ironico riferimento ad una donna che abbia il labbro superiore provvisto di eccessiva peluria, tale da destare addirittura l'invidia del 3 di bastoni, che nel mazzo di carte napoletano è rappresentato da un mascherone di uomo provvisto di esorbitanti baffi a manubrio, mascherone sovrastante l'incrocio di tre nodosi randelli.
11.Si 'a fatica fosse bbona, 'a facessero 'e prievete.
Se il lavoro fosse una cosa buona lo farebbero i preti(che per solito non fanno niente. Nella considerazione popolare il ministero sacerdotale è ritenuto cosa che non implica lavoro.
12. Avimmo cassato n' atu rigo 'a sott' ô sunetto.
Letteralmente: Abbiamo cancellato un altro verso dal sonetto, che - nella sua forma classica - conta appena 14 versi. Cioè: abbiamo ulteriormernte diminuito le nostre già esigue pretese. La frase è usata con senso di disappunto tutte le volte che mutano in peggio situazioni di per sé non abbondanti...
13.È gghiuto 'o caso 'a sotto e 'e maccarune 'a coppa.
È finito il cacio di sotto ed i maccheroni al di sopra. Cioè:La situazione si è voluta in maniera contraria alle attese e/o alla loicità; si è rivoltato il mondo.Normalmente infatti il cacio grattugiato dovrebbe guarnire dal di sopra una portata di maccheroni, non farle da strame.

14. À fatto marenna a sarachielle.
À fatto merenda con piccole aringhe affumicate - Cioè: si è dovuto accontentare di ben poca cosa.In senso esteso: non à ottenuto dalla propria azione i risultati sperati…
15. Fà ll'arte 'e Michelasso: magnà, vevere e gghí a spasso.
Fare il mestiere di Michelaccio:mangiare, bere e andar bighellonando - cioè la quintessenza del dolce far niente...
16.So' ghiute 'e prievete 'ncopp'ô campo
Sono scesi a giocare a calcio i preti - Cioè: è successa una confusione indescrivibile:un tempo, quando era loro concesso i preti erano comunque costretti a giocare indossando la lunga talare che contribuiva a render difficili le operazioni del giuoco...
17.Nun vulè nè tirà, nè scurtecà...
Non voler né tendere, né scorticare - Cioè: non voler assumere alcuna responsabilità; locuzione mutuata dall’atteggiamento di taluni operai conciatori di pelli quando non volevano né mantener tese le pelli, né procedere alla scuoiatura.


18. Purtà'e fierre a sant' Aloja.
Recare i ferri a Sant'Eligio. Alla chiesa napoletana di sant'Eligio ( nei pressi di piazza Mercato) i vetturini da nolo solevano portare, per ringraziamento, i ferri dismessi dei cavalli ormai fuori servizio.Per traslato l'espressione si usa con riferimento furbesco agli uomini che per raggiunti limiti di età, non possono piú permettersi divagazioni sessuali...
19.'O Pataterno 'nzerra 'na porta e arape 'nu purtone.
Il Signore Iddio se chiude una porta, apre un portoncino - Cioè: ti dà sempre una via di scampo
20. Nun tené pile 'nfaccia e gghí a sfottere ô barbiere
Non aver peli in volto e infastidire il barbiere - Cioè: esser presuntuosi al punto che pur mancando degli elementi essenziali per far alcunchè ci si voglia ergere e ci si erge ad ipercritico e spaccone.
brak

Nessun commento: