sabato 4 marzo 2017

VARIE 17/275

1.TENÉ 'O PIZZO SANO MA 'A SCELLA ROTTA Ad litteram: avere il becco integro ma l'ala rotta Détto ironicamente di chi sia sempre pronto a prendere, ma accampi scuse per esimersi dal dare. Al di là del significato traslato, la locuzione si riferisce in primis a chi sia sempre pronto a mangiare ma sia restío a lavorare adducendo il pretesto di avere un arto fuori uso. 2.TENÉ STAMPATO ‘NCUORPO nell’espressione: TE TENGO STAMPATO ‘NCUORPO! Letteralmente Avere stampato nel corpo, nell’espressione: Ti porto stampato nel corpo! Détto iperbolicamente di cosa o piú spesso persona conosciuta quasi alla perfezione come se la cosa o persona di cui si parla fósse stata ricavata per calco sul/nel corpo di colui sulla cui bocca si coglie l’espressione in esame.Altrove per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto s’usa affermare sempre per iperbole: Te saccio pile pile che ad litteram è: Ti conosco pelo per pelo; id est: Di te non mi è ignoto nulla, mi sei ben noto, conosco perfino il numero dei tuoi peli e non mi potrai sorprendere mai.Ancóra alibi sempre per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto, ma in senso positivo s’usa dire: Te saccio comme a sette denaro appaiando alla piú importante,rilevante ed appetita carta del giuoco della scopa, un individuo che goda, nel bene, di vasta, significativa notorietà. Ed infine sempre per esprimere ad un dipresso il medesimo concetto, ma questa volta in senso negativo s’usa dire: Sî ccarta canusciuta che ad litteram è: Sei una carta ben nota, carta conosciuta; id est: Godi di pessima fama,ma non mi sorprenderai, sei facilmente riconoscibile, ogni tua azione è sempre ravvisabile, come lo è la carta segnata da un baro. 3.TENÉ TIÉRMENE E CCRIANZA Ad litteram: Avere parole (consone) e buona educazione. Id est: Nei rapporti interpersonali bisogna sempre usare un linguaggio improntato alla buona educazione, alla urbanità soprattutto quando colui/colei con cui ci si confronti sia persona meritevole, per il suo status,di rispetto, dideferenza, d’ossequio, di riguardo, di compitezza, di gentilezza. L’espressione viene spesso usata, coniugata all’imperativo, a mo’ di ammonimento rivolto dagli adulti ai minori per metterli sull’avviso di non usare nei confronti dei superiori un linguaggio men che corretto deferente, rispettoso, un linguaggio che sia privo di maleducazione, scortesia, inciviltà, villania pur se celate. Rammento che in origine l’espressione in esame, nel medesimo significato si usò nella morfologia: Tené tiérmene ‘e crianza (usare parole di educazione,di cortesia, di garbo); successivamente nel parlato popolare della città bassa la preposizione ‘E (di) fu confusa con la congiunzione E e l’espressione diventò quella riportata a margine con la necessaria geminazione della consonante iniziale di crianza e venne usata come Tené tiérmene e ccrianza mantenendo inalterato il senso dell’espressione. 4.TENÉ TUTTE 'E VIZZIE D''A ROSAMARINA. Ad litteram: avere tutti i vizi del rosmarino. Id est: avere tutti i difetti possibili, essere cioè così poco affidabile ed utile alla stregua del rosmarino, l'erba aromatica che serve a molto poco; infatti oltre che per dare un po' di aroma non serve a nulla: non è buona da ardere, perché brucia a stento, non fa fuoco, per cui non dà calore, non produce cenere che - olim - serviva per il bucato, ed accesa, fa solo molto, fastidioso, incoferente fumo... 5.TIENE 'A CASA A DDOJE PORTE. Letteralmente: Ài la casa con due porte d'ingresso.Locuzione ingiuriosa in cui si adombra l'infedeltà della moglie di colui cui la frase viene rivolta.In effetti la casa con due usci d'ingresso consentirebbe l'entrata e l'uscita del marito e dell'amante senza che i due venissero a contatto. BRAK

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