JÍ TRUVANNO SCESCÉ
Espressione intraducibile ad litteram con la quale ci si riferisce a chi, in ogni occasione, cerchi cavilli, pretesti, adducendo scuse per non operare come dovrebbe o facendo le viste di non comprendere, per esimersi; talvolta chi si comporta come nella locuzione in epigrafe lo fa allo scopo dichiarato di litigare, pensando di trovare nel litigio il proprio tornaconto. La parola scescé è un chiara corruzione del francese chercher (cercare) Probabilmente, durante la dominazione murattiana un milite francese (con i francesi – è notorio – i napoletani, ignari della lingua transalpina, poco si intendevano, al segno che altrove per indicare che qualcuno faccia le viste di non capire (soprattutto per non eseguire un ordine o accondiscendere ad una richiesta si usa dire che fa ‘o francese) si fermò a chiedere una informazione ad un popolano dicendogli forse: “Je cherche (io cerco) oppure usò una frase contenente l’infinito: chercher”
Il popolano che non conosceva la lingua francese fraintese lo chercher, che gli giunse all’orecchio come scescè e pensando che questo scescé fosse qualcosa o qualcuno di cui il milite andava alla ricerca, comunicò agli astanti che il milite jeva truvanno scescé (andava alla ricerca di un non meglio identificato scescé).
jí= andare; infinito del verbo jí altrove usato nella forma ghí verbo derivato dal lat. ire.
truvanno = cercando gerundio del verbo truvà = trovare, cercare, scoprire, rintracciare etc. con etimo forse dal lat. volg. *tropare= parlar per tropi come facevano gli antichi trovatori; il verbo deriverebbe dal class. tropus 'tropo'; ma trovo piú perseguibile e semanticamente piú corretta l’idea che chiama in causa il lat. volg. *truare=girare con il mestolo, quasi alla ricerca di qualcosa.
jí truvanno= andare in cerca.
scescé cfr. antea.
brak
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