venerdì 21 agosto 2020

UNA TRADIZIONE NAPOLETANA

UNA TRADIZIONE NAPOLETANA

Qui di sèguito rammento ai miei 24 lettori ed a chi interessasse una tradizione esclusivamente napoletana risalente alla seconda metà del 1500, quella delle massaie che intente a preparare la pasta, cibo pressoché quotidiano nelle case napoletane, solevano  recitare  una orazione per san Gaetano  dopo di aver salato l’acqua in bollore e solo al termine dell’orazione calavano in quell’acqua salata la pasta e la portavano a cottura certe  che nel tempo trascorso per l’orazione il sale messo nell’acqua si fósse adeguatamente sciolto conferendo all’acqua la giusta sapidità.

A questo punto viene spontaneo chiedersi: Perché proprio san Gaetano?

Rispondiamoci ricordando che San Gaetano da Thienenacque a Vicenza,? ottobre 1480 e morí a Napoli, 7 agosto 1547

 

Nato  dalla nobile famiglia dei Thiene  fu battezzato con il nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così perché era nato a Gaeta. Protonotario apostolico di Giulio II, lasciò sotto Leone X la corte pontificia maturando, specie nell'Oratorio del Divino Amore, l'esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi. Nel 1533, insieme a Giovanni Marinoni, si recò a Napoli per fondarvi una casa dell'ordine; il viceré Pedro de Toledo, nel 1538, concesse loro la basilica di San Paolo Maggiore nella cui cripta riposa. A Napoli Gaetano curò la formazione dei sacerdoti impegnati nel locale ospedale degl'Incurabili; fu correttore della compagnia dei Bianchi; diresse il monastero delle domenicane della Sapienza (fondato da Maria Carafa, sorella di Gian Pietro); guidò Maria Lorenza Longo nella fondazione delle monache Cappuccine; contrastò la diffusione delle dottrine eterodosse introdotte in città da Bernardino Ochino, Pier Martire Vermigli e Juan de Valdés.

Tra il 1540 e il 1543 fu preposito della comunità teatina di Venezia, poi tornò a Napoli, dove si spense nel 1547. Fu restauratore della vita sacerdotale e religiosa, ispirata al discorso della montagna ed al modello della Chiesa apostolica. Devoto del presepe [di cui propugnò l’allestimento nelle chiese e nelle case di talché a Napoli  ne è ritenuto l’ideatore] e della passione del signore, fondò (1524) con Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (Teate), poi Paolo IV (1555-1559), i Chierici Regolari Teatini. Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come il santo della provvidenza. Fu insigne predicatore e spesso faceva riferimento nelle sue omelie alla pagina evangelica di Mt. 5, 13-16:”Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della terra” soffermandosi soprattutto sulla seconda parte, quella relativa al sale, chiarendone  l'immagine spiegando cioè  che in ogni casa non possono mancare tre cose: un po' di farina, un orcio d'olio ed il sale con cui si salano  sia per insaporire  che per conservare  gli alimenti; restare senza sale era come rimanere senza speranza. La comunità dei credenti si mantiene nella speranza per grazia di Dio e non per i meriti dei singoli. Le massaie della città bassa dove san Gaetano di preferenza predicava, restarono colpite dalle parole del teatino ed alla sua morte lo invocarono con la preghiera: “O glorioso San Gaetano, Voi che pensando ai peccati del mondo, ne provaste tanto dolore sino a morirne,impetratemi dal Signore il dolore delle mie colpe e la grazia di non ricadervi mai più…” cui seguiva la recita di un pater, ave e gloria e recitarono queste orazioni ogni volta che maneggiavano il sale, soprattutto quando lessavano la pasta. Ed ecco chiarita una tradizione che mi duole sia desueta ed anzi quasi del tutto dimenticata. Satis est.

Raffaele Bracale

 

 

 

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