mercoledì 1 marzo 2017

VARIE 17/262

1.T'AMMERETAVE 'A CROCE GGIÀ 'A PARICCHIO.. Ad litteram: avresti meritato lo croce già da parecchio tempo. A Napoli, la locuzione in epigrafe è sarcasticamente usata per prendersi gioco di coloro che, ottenuta la croce di cavaliere o di commendatore, montano in superbia e si gloriano eccessivamente per il traguardo raggiunto; ebbene a costoro, con la locuzione in epigrafe, si vuol rammentare che ben altra croce e già da gran tempo, avrebbero meritato intendendendo che li si ritiene malfattori, delinquenti, masnadieri tali da meritare il supplizio della crocefissione quella cui, temporibus illis, erano condannati tutti i ladroni... 2.TANNO PE TTANNO Ad litteram: allora per allora, lí per lí; locuzione temporale usata per indicare l'immediatezza di un accadimento che si verifica con estrema contemporaneità rispetto ad un altro o - nel caso di un ordine - quando venga eseguito senza por tempo in mezzo. L’avverbio tanno è dal lat. tande(m)con normale assimilazione nd→nn. 3.TANNO SE CHIAMMA GRANO, QUANNO STA 'INT' Â VOTTA. Letteralmente: allora si chiama grano, quando sarà nella botte. Id est: per potersi vantare di taluni risultati, occorre prima conseguirli; non ci si deve vestire della pelle dell'orso prima d'aver ammazzato il suddetto animale. La locuzione in epigrafe ripete le parole che un tal contadino disse al figliuolo che si vantava di un gran raccolto prima della mietitura. 4.TANTI VALLE A CCANTÀ NUN SCHIARA MAJE JUORNO. Letteralmente: tanti galli a cantare non spunta mai il giorno. Id est: quando si è in tanti ad esprimere un parere intorno ad un argomento, a proporre una soluzione ad un problema, non si addiviene a nulla di concreto... Perché dunque farsi meraviglia se il parlamento italiano composto da un numero esorbitante di deputati e senatori non riesce mai a legiferare rapidamente e saggiamente? Parlano in tanti... come si vuole che giungano ad una conclusione pratica 5.TANTO LAMPEJA NFI’/NSI’ CA TRONA; TANTO TRONA NFI’ CA CHIOVE; TANTO CHIOVE NFI’ CA SCHIOVE Letteralmente: Tanto lampeggia finché tuona; tanto tuona finché piove, tanto piove finché spiove. Antica ma desueta espressione di tipo didascalico che vuole evidenziare l’esistenza in ogni cosa di un rapporto di causa ed effetto e per ammonire i discenti che natura non facit saltum e cioè che partendo da una medesima premessa non si può non perviene sempre ad una medesima conclusione; nella fattispecie il baleno è sempre un prodromo del tuono a sua volta indizio certo di pioggia che per quanto intensa e durevole sia, finirà per scemare ed arrestarsi del tutto. lampeja voce verbale (3ª pers. sg. ind. pres.) dell’infinito lampijà = (in primis come nel caso che ci occupa) lampeggiare,scoccar baleni; (poi per estensione semantica anche) sfolgorare, sfavillare, brillare, risplendere;etimologicamente lampijà è un denominale di lampo che è un deverbale lat. tardo lampare, dal gr. lámpein 'splendere'; NFI’/NSI’ CA = sino a che TRONA voce verbale (3ª pers. sg. ind. pres.) dell’infinito trunà = tuonare etimologicamente trunà è un denominale metatetico del lat. tonitru(m)→tronitu(m); CHIOVE voce verbale (3ª pers. sg. ind. pres.) dell’infinito chiòvere = piovere etimologicamente chiòvere è dal lat. pluere con normale evoluzione del nesso pl in chi (cfr. antea .); SCHIOVE voce verbale (3ª pers. sg. ind. pres.) dell’infinito schiòvere = spiovere, cessar di piovere; etimologicamente schiòvere è dal lat. pluere con protesi di una s distrattiva e normale evoluzione del nesso PL in CHI. BRAK

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