giovedì 20 aprile 2017

SEPPIE E PISELLI IN UMIDO






SEPPIE E PISELLI IN UMIDO

1 kg di seppie pulite
350 gr di piselli freschi sgranati o uguale peso di pisellini surgelati,
1 bicchiere d'olio d’oliva e.v. p. s. a f.,  
Un trito fatto con 1 carota, 1 costa di sedano, 1 cipolla dorata media,

2 foglie d’alloro,
5 chiodi di garofano,
1 peperoncino piccante aperto longitudinalmente

2 spicchi d'aglio mondati e tritati finemente,
1 bicchiere di vino bianco secco
una scatola da 5 etti  di pomidoro pelati,
sale doppio alle erbette una presa,
2 cucchiai di pimpinella tritata finemente,

pepe nero macinato a fresco q.s.

Procedimento
Sciacquate bene le seppie, poi staccate i ciuffi di tentacoli e tagliate le sacche a strisce di circa un centimetro.
Approntate il trito di ortaggi   e soffriggetelo a fuoco medio in una casseruola assieme a gli agli,  alle 2 foglie d’alloro, ai 5 chiodi di garofanoed al peperoncino piccante aperto longitudinalmente . Quando gli ortaggi  saranno appassiti unite le seppie e lasciatele cuocere per cinque  minuti. Alzate il fuoco e sfumatele con il vino facendone evaporare la metà. Abbassate di nuovo la fiamma, unite i pelati schiacciati con la forchetta, salate, pepate e lasciate cuocere a fuoco basso per 35’. Se le seppie si asciugassero  troppo, bagnate con un mestolo di acqua calda.
Aggiungete i piselli e cuocete per altri 15’ o fino a che questi siano teneri ma non disfatti.
A cottura ultimata, aggiungete il trito di pimpinella e servite.

Vini:  secchi e profunati bianchi campani ( Solopaca, Capri, Ischia, Falanghina, Fiano, Greco di Tufo) freddi di frigo.
 Mangia Napoli, bbona salute! e diciteme: Grazie!

raffaele bracale


1 commento:

Dav ha detto...

Gen.le prof. Bracale,
Le scrivo per chiederLe un consulto sulla nostra lingua. Non sapendo dove rivolgermi Le scrivo su questa sua ultima.
Avrei due quesiti:
1- Ascoltando un intervento del cardinale Sepe, divenuto celebre per qualche giorno, in cui reguardiva le monache di clausura partite all'assalto del papa per omaggiarlo,lo stesso pronunciò queste parole: 'Chelle so 'o magnane a n'atu poco'. Pronunciò 'a n'atu pòco' in maniera differente dal solito, senza raddoppiamento, con la vocale aperta (https://youtu.be/0eovB8pE0qU). È una pronuncia provinciale o appartiene alla lingua napoletana, al pari o meglio di quella più usata?
2- Il termine 'cajola' presenta metafonesi? Deve essere pronunciata come /cajuola/?

Grazie anticipatamente per la risposta,
Davide