sabato 18 gennaio 2020

‘A STAGGIONA (l’estate)


‘A STAGGIONA (l’estate)
A prima  vista potrebbe sembrare strano il fatto che la parlata  napoletana renda il toscano estate con il termine staggione anzi staggiona (correttamente scritto con la doppia  G, come del resto  tutte le parole del  napoletano che terminano in zione,gione parole  che invece il toscano rende con la consonante scempia) riferendo cioè  all’estate il generico termine stagione  usato in toscano per indicare uno qualsiasi dei quattro periodi di tempo in cui si è soliti suddivider l’anno e cioè ciascuno dei quattro periodi, di tre mesi ognuno, in cui i solstizi e gli equinozi suddividono l'anno solare; se si esamina un po’ più attentamente dal punto di vista etimologico, la parola stagione (staggiona/e in napoletano) ci si renderà conto che il fatto non è affatto strano; anzi il napoletano  nel definire staggiona  la sola estate, si dimostra alquanto piú preciso della lingua toscana; vediamo infatti che la parola stagione è dal lat. statione(m), propr. 'luogo e/o tempo di sosta', con riferimento alle apparenti soste del sole agli equinozi e ai solstizi; dalla medesima statione(m) latina il napoletano trae la sua staggiona intesa come tempo di sosta e riposo  e quale periodo piú adatto dell’estate per prendersi una sosta o un riposo della fatica?
Di per sé infatti la parola estate dal lat. aestate(m), che in origine significava calore bruciante, come aestus  da collegarsi al greco aíthos= calore,  non richiama alla mente che il solo  caldo fastidioso, non la piacevole sosta del napoletano staggiona. In coda a tutto mi corre però l’obbligo di ricordare che moltissimi poeti partenopei, bisognosi di una rima tronca in à ricorsero all’ uso di un poco napoletano està evidente prestito dell’italiano estate. Perdoniamoli e consideriamo quell’uso una... licenza poetica!
                                                            Raffaele Bracale



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