sabato 28 gennaio 2017

VARIE 17/109

1.CURAGGIO NE TÈNE, MA È ‘A PAURA CA ‘O FOTTE. Ad litteram: à coraggio, ma la paura lo sconfigge. Ironica locuzione usata per deridere chi, a parole, si dichiari coraggioso, ma poi all’atto pratico si dimostri codardo, pauroso, pavido, timoroso, vigliacco, vile. 2.CURNUTO E MMAZZIATO Letteralmente: becco e percosso È il modo partenopeo di rendere l’italiano: il danno e la beffa prendendo a termine di paragone il povero ovino assurto a modello ed emblema del marito tradito, ma qui simbolo di chi, avuto un torto debba subire anche il dileggio. Altrove in maniera molto piú icastica e cruda, piú estesamente si suole affermare ‘a sciorta d’’o piecoro: nascette curnuto e murette scannato id est: (è veramente amara) la sorte del becco che nacque cornuto e morí sgozzato; la medesima sorte cioè del marito tradito che oltre a sopportar il peso delle corna, spesso deve subire l’onta delle percosse. curnuto/a agg.vo m.le o meno spesso f.le; talvolta è usato anche come sostantivo (volg.) persona cornuta 1 provvisto di corna: animale cornuto ' argomento cornuto, (fig.) il dilemma in quanto consiste di due proposizioni contrapposte, dette corni 2 (lett.) che à forma di corno o di corna. 3 (volg.) si dice di persona tradita dal proprio coniuge; quanto all’etimo è dal lat. cornutu(m), deriv. di cornu 'corno' mazziato/a agg.vo m.le o talvolta f.le : percosso, colpito, bastonato; viene maggiormente usato l’agg.vo maschile in quanto il femminile è usato come sostantivo per indicare una variata ed estesa serie di percosse; quanto all’etimo è un derivato de l lat. mattea = bastonr, randello; sciorta s.vo f.le = sorte, destino anche, specialmente nell’esclamazioni buona fortuna o cattiva fortuna (cfr. ‘í che sciorta! = guarda che fortuna!(buona o cattiva a seconda del contesto) etimologicamente dal lat. sorte(m) con il solito passaggio della esse seguita da vocale a sci come in semum→scemo, simia→scigna, ex-aqueo→sciacquo; piecoro s.vo m.le = becco, montone, maschio della pecora etimologicamente da un lat. volg. *pĕcoru(m)→piecoro; nascette = nacque; voce verbale (3° pers. sg. pass. rem. dell’infinito nascere dal lat. volg. *nascere, per il lat. class. nasci; murette = morí; voce verbale (3° pers. sg. pass. rem. dell’infinito murí dal lat. volg. *morire, per il lat. class. mori scannato = sgozzato, ucciso mediante recisione della gola; voce verbale: part. pass. aggettivato dell’infinito scannà denominale di canna= gola (dal greco kànna) con protesi di una esse detrattiva. Concludendo si può dire che l’espressione curnuto e mazziato fu adoperata per addolcire quasi la piú cruda curnuto e scannato. 3.CURONA LÒNGA, CUSCIENZIA SPORCA. Corona lunga, coscienza sporca Id est: chi prega molto ed a lungo à molti peccati da farsi perdonare. 4.CUSCIENZIA E DDENARE VA SAPENNO CHI ‘E TTÈNE. Coscienza e danaro non si sa bene chi ne abbia è quasi impossibile venire a sapere le reali disponibilità morali e finanziarie di una persona; in genere infatti si è restii a far conoscere la propria buona situazione economica, ma anche la propria buona disposizione d’animo a far del bene.E ciò per non essere importunati con richieste di aiuti materiali o morali.Per ciò che riguarda la coscienza il proverbio poi ammonisce a non dar credito alle apparenze; chi è veramente e non apparentemente buono deve mostrarlo con le opere, non con le chiacchiere! 5.D’ ’E DENARE D’ ’O CARUCCHIARO SE NE VEDE BBENE ‘O SCIAMPAGNONE Del danaro (messo da parte e lasciato in eredità) dall’avaro, ne gode(l’erede) scialacquatore. Icastica espressione che fotografa una realtà incontrovertibile quella cioé che un soggetto parsimonioso, risparmiatore, economo, parco, misurato,semplice, sobrio, frugale per non dire avaro, il piú delle volte à come erede e beneficiario delle fortune accantonate uno sciupone, sprecone, spendaccione, dissipatore che provvederà a dilapidare i beni accumulati dal suo dante causa. Estensivamente l’espressione si attaglia a tutte quelle situazioni in cui esista un soggetto prudente, lungimirante, avveduto, cauto, accorto, sagace, preveggente che veda le sue fatiche rese vane dal comportamento imprevidente, imprudente, avventato, sconsiderato, incauto, malaccorto d’un suo collaboratore, sodale, amico, figlio o parente. carucchiaro/a agg.vo e s.vo m.le o f.le = tirchio/a, spilorcio/a, taccagno/a,avaro/a, pitocco/a; voce etimologicamente deverbale di un lat. parlato carrucchiare<*conrotulare = avvolgere in rotolo monete aure; all’ agg.vo/s.vo esaminato è estranea, in quanto semanticamente incollegabile [checché ne dica qualche supponente addetto ai lavori] la voce carocchia s.vo f.le che di per sé è il nocchino,un piccolo colpo secco, ma doloroso assestato al capo e portato con movimento veloce dall’alto verso il basso con le nocche maggiori delle dita della mano serrata a pugno, cosa inconferente con l’avaro; la voce carocchia etimologicamente non è dal lat. crotalum che indica la nacchera, strumento musicale e non tipo di percossa…,ma dal greco karà=testa attraverso un lat. regionale *caròclu(m) ed il plurale reso femm. caròcla (tipica la mutazione cl in ch come in clausu(m) che diventa chiuso). sciampagnone/a agg.vo e s.vo m.le o f.le generoso/a, prodigo/a, munifico/a; spendaccione/a sciupone/a, sprecone/a, spendaccione/a, dissipatore/trice. BRAK

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