venerdì 20 gennaio 2017

VARIE 17/77

1.AGGIU VISTO 'A MORTE CU LL' UOCCHIE. Letteralmente: Ò veduto la morte con gli occhi. Con questa locuzione tautologica si esprime chi voglia evidenziare di aver corso un serio pericolo o rischio mortale tale da portarlo ad un passo dalla morte e di esserne fortunatamente restato indenne. 2.AITÀ, SCIÓSCIAME ‘MMOCCA CA ‘A PATANA ME COCE! Letteralmente: Gaetano!Soffiami nella bocca ché la patata mi scotta!Détto sarcasticamente soprattutto di donna inetta e svogliata ed incapace di qualsiasi attività che invoca l’aiuto anche in situazioni irrilevanti; nella fattispecie, un’ anonima donna incapace, buona a nulla. invoca l’aiuto del suo uomo (Aitano cioè Gaetano) affinché la soccorra soffiandole in bocca per impedire che il cibo da lei assunto, ma ancóra troppo caldo (patata) le ustioni la bocca! Va da sé che la medesima locuzione la si possa attagliare con maggior ironia, irrisione, scherno, ludibrio, dileggio e/o pesante sarcasmo ad adulto o ragazzo di sesso maschile che ugualmente si mostri incapace, inetto, inabile, dappoco, maldestro, pasticcione, disadatto, inesperto. 3.AIZÀ ‘A MANO Ad litteram: sollevare la mano; id est: perdonare, assolvere L’ espressione che viene usata quando si voglia fare intendere che si è proclivi al perdono soprattutto di piccole mende, ricorda il gesto del sacerdote che al momento di assolvere i peccati , alza la mano per benedire e mandar perdonato il penitente pentito. 4.AÍZA ‘NCUOLLO E VATTÉNNE Ad litteram: alza addosso e va’ via; id est: caricati indosso quanto di tua competenza ed allontanati. Robusto modo di invitare qualcuno, probabilmente perché importuno, ad allontanarsi avendo cura di portar via con sé quanto di sua spettanza, per modo che non abbia a scusante, per ritornare, il fatto di dover recuperare il suo. Anticamente era, sia pure limitatamente alla prima parte della locuzione l’ordine che si impartiva ai facchini, affinché principiassero sollecitamente la loro incombenza di trasportar merci o altro issandole sulle loro robuste spalle; oggi, limitatasi la locuzione ad un invito, sia pure perentorio ad allontanarsi che viene rivolto agli importuni, l’aiza ‘ncuollo della locuzione è pletorico e viene mantenuto per non guastare il sapore di antico di cui è pervasa l’espressione. 5.AÍZA, CA VENONO ‘E GGUARDIE Ad litteram: alza (la merce e portala via giacché possono giungere i rappresentanti della forza,(sequestrarti la merce e contravvenzionarti.) Locuzione usata un tempo quando a Napoli era vivo e fiorente il contrabbando d’ogni genere e si volesse consigliare il venditore a portar via la merce per non incorrere nei rigori della legge rappresentata dai suoi tutori che qualora fossero intervenuti avrebbero potuto sia sequestrare la merce che elevare pesanti contravvenzioni. Oggi la locuzione è usata per convincere un inopportuno interlocutore a liberarci della sua presenza anche se costui non abbia merce da portar via né si paventi reale intervento di polizia municipale o altri tutori della legge. BRAK

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