martedì 17 gennaio 2017

VARIE 17/61

1.'A FEMMENA È 'NU VRASIERE, CA S'AUSA SULO Â SERA. La donna è un braciere che si usa solo di sera. Locuzione violentemente antifemminista che riduce la donna ad un dispensatore di calore da usare però parsimoniosamente solo a sera, nel letto 2.'A FESSA ‘E MÀMMETA, DINT’Ê FASULE! Ad litteram: La vulva di tua madre nei fagioli! Colorita, icastica seppur becera invettiva esclamatoria rivolta da uno spazientito individuo che si senta disturbato, seccato, annoiato o piú semplicemente importunato dall’inopportuno comportamento di qualcuno che lo stia infastidendo oltremodo con parole e/o azioni, le une e le altre mai costruttive e frutto di proterva arroganza miranti solo a porre il bastone tra le ruote dell’altrui operato o dell’altrui pensiero, nell’intento di cercar di affermare in modo aggressivo le proprie vuote idee. A tale arrogante individuo che agisca con protervia,spocchiosa presunzione ed irruenza prevaricante si tenta di mettere un freno e magari zittirlo offendendolo e chiamando in causa sua mamma accreditata con malizia d’essere una donnaccia assimilata ad una scrofa o piú esattamente ad una troia quella i cui genitali salati, seccati e variamente aromatizzati (verrinia/ventricina) veniva un tempo usata in luogo o assieme alle cotiche di maiale nell’approntare una gustosa zuppa di fagioli o minestra di pasta e fagioli. Va da sé che per traslato ed accostamento semantico la verrinia/ventricina della scrofa nell’icastica, colorita ma becera espressione partenopea à preso il piú comune nome di fessa con cui si indica l’organo genitale della donna.Per ulteriori nomi rimando alibi. Il s.vo f.le verrinia = genitale o mammella della scrofa e genericamente carne di scrofa, etimologicamente è da un lat. *uberigine(m)→(u)berigine(m)→veri(gi)ne(m)→verrinia con tipica alternanza partenopea b→v (cfr. barca→varca, bocca→vocca etc.) e raddoppiamento espressivo della consonante liquida vibrante (r) 3.'A FORCA È FFATTA P''E PUVERIELLE. Letteralmente: la forca è fatta per i poveri. Id est: nei rigori della legge vi incorrono solo i poveri, i ricchi trovano sempre il modo di scamparla. In senso storico, la locuzione rammenta però che la pena dell'impiccaggione era comminata ai poveri, mentre ai ricchi ed ai nobili era riservata la decapitazione o - in tempi piú recenti - la fucilazione. 4.'A FUNICELLA CORTA I ‘O STRUMMOLO TIRITEPPETO ad litteram: la cordicella corta e la trottolina scentrata o ballonzolante. Pi ú esattamente a Napoli s’usa dire: s’è aunita ‘a funicella corta e ‘o strummolo tiriteppeto, ovvero: si sono uniti, in un fallimentare connubio, una cordicella troppo corta per poter imprimere con forza la necessaria spinta al movimento rotatorio dello strummolo a sua volta scentrato o con la punta malamente inclinata tale da conferire un movimento non esatto per cui la trottolina s’inclina e si muove ballonzolando. Pacifica la etimologia della voce strummolo che indica lo strumento di un gioco addirittura greco se non antecedente e greca è l’etimologia della parola che viene dritta dritta dal greco strómbos trasmigrato nel latino strumbus con consueta assimilazione progressiva strummus addizionato poi del suffisso diminutivo olus→olo (per cui strummus+olus→strummolus→strummolo) con il suo esatto significato di trottola. la voce tiriteppeto, talvolta usata, ma erroneamente, anche come tiriteppola è voce onomatopeica riproducente appunto il rumore prodotto dalla trottolina nel suo incerto movimento inclinato e ballonzolante. Rammento che la voce strummolo s.vo m.le à due plurali: l’uno maschile: ‘e strummole = le trottoline e l’altro f.le: ‘e strommole dove il termine, con evidente traslato, le cui ragioni illustrerò a seguire, indica le fandonie, le sesquipedali sciocchezze,le panzane,le frottole gratuite; semanticamente la faccenda si spiega con il fatto che di per sé lo strummolo = trottolina è un semplice giocattolino con cui trastullarsi; alla stessa maniera le frottole, panzane, fandonie altro non sono che una sorta di innocente mezzo dilettovole con cui prendersi giuoco di qualcuno; ugualmente semplice da spiegarsi la differenza di morfologia tra il maschile strummole ed il f.le strommole, rammentando il fatto che nel napoletano un oggetto (o cosa che sia) è inteso se maschile piú piccolo o contenuto del corrispondente femminile; abbiamo ad . es. ‘a tavula (piú grande rispetto a ‘o tavulo piú piccolo ),‘a tammorra (piú grande rispetto a ‘o tammurro piú piccolo ), ‘a cucchiara(piú grande rispetto a ‘o cucchiaro piú piccolo), ‘a carretta (piú grande rispetto a ‘o carretto piú piccolo ); fanno eccezione ‘o tiano che è piú grande de ‘a tiana e ‘o caccavo piú grande de ‘a caccavella; va da sé che essendo la fandonia certamente piú grossa della trottolina necessitasse d’un genere femminile (per cui ‘e strommole = le sciocchezze, fandonie, frottole etc. da non confondersi con il maschile ‘e strummole= le trottoline). 5.'A GALLINA FA LL'UOVO I Ô VALLO LL'ABBRUSCIA 'O MAZZO. Letteralmente: la gallina fa l'uovo e al gallo brucia l'ano. Id est: Uno lavora e un altro si lamenta della fatica che non à fatto. La locuzione è usata quando si voglia redarguire qualcuno che si sia vestito della pelle dell'orso catturato da altri, o che si voglia convincere qualcuno a non lamentarsi per fatiche che non à compiute, e di cui invece fa le viste di portare il peso. BRAK

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