sabato 21 gennaio 2017

VARIE 17/79

1.AMICIZIA STRETTA, SE SPEZZA CU 'NA MAZZA. Letteralmente: un'amicizia stretta si spezza (solo) con un bastone; id est: bisogna ricorrere alla violenza per sciogliere un'amicizia di vecchia data, ben rinsaldata; occorrono gravi ed importanti ragioni per troncare un’autentica amicizia, che non viene meno per futili motivi. 2.AMMACCA E SSALA, AULIVE 'E GAETA. Letteralmente: schiaccia e sala, olive di Gaeta! Di per sè è la voce - ossia la frase di richiamo - usata dai venditori di olive e con essa si rammenta la tecnica della conservazione in salamoia delle olive che vengono stipate in botticelle e conservate in un bagno di acqua salata. Con la stessa locuzione si suole commentare a mo' di riprovazione, il comportamento di coloro che operano in maniera rapida e superficiale, senza porre attenzione ed applicazione a ciò che sono stati chiamati a fare. 3.AMMESÚRATE 'A PALLA! Letteralmente: Misúrati la palla; id est: misura preventivamente ciò che stai per fare cosí eviterai di incorrere in grossolani errori; non fare il gradasso!: Rènditi conto di e con chi stai contrattando o con chi ti stai misurando per non trovarti davanti ad esiti poco convenienti per te, derivanti dalle tue errate azioni. La locuzione originariamente - pronunciata, però, con diverso accento ossia: Ammesuràte (misurate!)era il perentorio ordine rivolto dagli artiglieri ai serventi ai pezzi affinché portassero proiettili di esatto calibro adatti alle bocche da fuoco in azione. 4.ÂMMO FATTO ZIMMARE E CRAPETTE UNA ‘MBULLETTA Ad litteram: Abbiamo sommato in un’unica fattura (i prezzi) di agnelloni e capretti. Id est: Abbiamo operato una colpevole confusione di qualità e/o meriti. Antichissima, ma ancóra usatissima espressione pronunciata con risentimento da superiori e rivolta ad inferiori che nel loro espletamento dei compiti loro assegnati operino, per disattenzione, incompetenza e/o cattiva volontà, confusioni sesquipedali producendo spesso gravi danni a gli utili attesi e non ottenuti per scambi, errori, sbaglî loro imputabili. âmmo fatto/îmmo fatto/avimmo fatto voce verbale (1ª pers. pl. pass. pross. dell’infinito fà, formata con l’indicativo del verbo avere ed il part. pass. di fà) ; da notare che l’ausiliare avere coniugato alla1ª pers. pl. in una triplice morfologia avimmo/ âmmo/îmmo (di cui la seconda e terza âmmo/îmmo sono crasi della prima avimmo) non dev’essere inteso come indicante una compartecipazione all’azione espressa dal verbo fare, ma va inteso come voce impersonale atteso che i superiori sulla cui bocca vive l’espressione in esame e da loro rivolta quale rampogna a gli inferiori, non intendono esser ritenuti corresponsabili della colpevole confusione di qualità e/o meriti da addebitare escLLUsivamente ai loro inferiori che ànno operato scambi, errori,e/o sbaglî . zímmare s.vo m.le pl. di zímmaro = (in primis)1maschio della pecora, agnellone, capro,becco; (figurate, alibi) 2 persona rozza, villana, scorbutica; voce etimologicamente dal greco khímaros con raddoppiamento della consonante nasale bilabiale (m) propiziato dal tipo di parola sdrucciolo; rammento che in napoletano in senso dispregiativo nei medesimi significati indicati sub 1 s’usa la voce curdisco s.vo m.le = maschio della pecora, agnellone, capro,becco che abbia superato l’anno di vita, agnello dalla carne meno tenera in quanto nato dopo la Pasqua dell’anno precedente; voce dal lat. cordus = nato in ritardo con l’aggiunta della voce pleonastica isco, lettura metatica di hircus→(h)iscu(r)→isco = capro, caprone. crapette s.vo m.le pl. di crapetto = capretto,piccolo della capra dalla carne morbida e di sapore delicato ancorché sui generis; la carne del capretto macellato prima che compia l’anno di vita, è usata in alternativa alla carne di agnello (zímmaro o curdisco) nella cucina tipica delle festività pasquali; la voce crapetto etimologicamente è una lettura metatetica del lat. capr(am) con l’aggiunta del suffisso diminutivo etto. mbulletta s.vo f.le bolletta, fattura, scontrino, polizza, contrassegno, contromarca voce etimologicamente dal lat. bŭlla che in età tarda assunse anche il sign. di «sigillo» con l’aggiunta del suffisso diminutivo etta f.le di etto, suffisso che altera in senso diminutivo, e spesso vezzeggiativo, sostantivi o aggettivi;la voce a margine è addizionata in posizione protetica di una n eufonica che non necessita di segno diacritico d’aferesi , non essendo un residuo di un in illativo che invece risolve in una n aferizzata: in →(i)n→’n (cfr. nc’è per c’è, mente in caso→’ncaso); nella fattispecie in esame la n eufonica protetica di un vocabolo che inizia con una consonante occLLUsiva bilabiale sonora (b) o sorda (p) si muta in m (cfr. in→(i)n→’n +braccio→’mbraccio - in→(i)n→’n +paraviso→’mparaviso etc.) 5.AMMORE, TOSSE E RROGNA NUN SE PONNO ANNASCONNERE. Amore, tosse e scabbia non si posson celare; le manifestazioni di queste tre situazioni sono così eclatanti che nessuno può nasconderle; per quanto ci si ingegni in senso opposto amore, tosse e scabbia saranno sempre palesi; la locuzione è usata sempre che si voglia alludere a situazioni non celabili. BRAK

Nessun commento: