giovedì 4 giugno 2020

MA CHI TE CRIDE D’ESSERE ‘O FIGLIO ‘E SCHILIZZE?



MA CHI TE CRIDE D’ESSERE ‘O FIGLIO ‘E SCHILIZZE?
Della espressione in epigrafe nata nei primi anni del 1900 mi à chiesto il carissimo amico A.C.[che, per i consueti motivi di riservatezza, indico solamente con  le iniziali di nome e cognome]. Gli ò cosí risposto:
Si tratta di un’espressione che  nonni e genitori degli anni postbellici, storpiando in Schilizze o  Schinizze l’originario Schilizzi, usavano per metter freno alle esose richieste di un nipote o figlio che dimenticasse le reali condizioni della propria famiglia. A costui i nonni e/o i genitori rammentavano talora  con veemenza che egli non doveva opinare d’essere prosapia di quel famosissimo ricchissimo banchiere livornese Matteo Schilizzi, proprietario di testate giornalistiche, generoso filantropo (cfr. colera del 1884)[ mancano però dati biografici] che trasferitosi a Napoli per via del bel clima, grazie alle sue immense ricchezze, nel 1881 finanziò la costruzione di un monumento  che ubicato nel quartiere Posillipo e sorto  tra il 1881 ed il 1889  rappresenta uno dei più interessanti esempi di architettura italiana  di stile egizio. Il monumento fu progettato e costruito dall'architetto Alfonso Guerra su commissione appunto di Matteo Schilizzi  che intendeva ospitarvi le tombe non solo del fratello Marco, ma di tutti  suoi familiari), fu acquistato dal comune nel 1921 ed adibito a reliquiario per le salme dei caduti della "Grande Guerra" (ivi trasferite nel 1929 dal cimitero di Poggioreale).  Attualmente la costruzione ultimata nel 1921 ospita anche i caduti della seconda guerra mondiale ed è  nota a Napoli come Mausoleo Schilizzi.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere. Satis est.
Raffaele Bracale

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