IL GIOCO DELLA TOMBOLA & IL
LOTTO
Il gioco della tombola fu ideato
a Napoli intorno al 1735 al tempo del famosissimo padre predicatore domenicano
Gregorio Maria Rocco (Napoli, 4 ottobre 1700 †Napoli, 2 agosto 1782); tale
frate domenicano, molto noto sia tra il popolo che a corte, si prodigò a Napoli
e provincia in opere di assistenza e di apostolato per alleviare la sofferenza
di poveri ed emarginati e combattere il vizio in tutte le sue forme e facendo
leva sulla grande la considerazione che gli veniva attribuita indusse nel
sovrano Carlo di Borbone [(Madrid, 20 gennaio 1716 – †Madrid, 14 dicembre 1788)
che fu, con il nome di Carlo I, dal 1731 al 1735, duca di Parma e Piacenza e
poi dal 1735 al 1759 re di Napoli e Sicilia senza numerazioni; avrebbe dovuto essere
Carlo VII secondo l'investitura papale, ma non usò mai tale ordinale), e dal
1759 fino alla morte re di Spagna con il nome di Carlo III (Carlos III) nome
con cui fu poi ricordato anche a Napoli che gli intitolò la piazza antistante
la costruzione di cui qui di sèguito dico;] il padre domenicano Gregorio Maria
Rocco, dicevo, indusse nel sovrano Carlo l’idea della costruzione del Real
Albergo dei Poveri (1751-1829) su progetto dell'architetto Ferdinando Fuga
(Firenze, 1699 – †Roma, 1782), per dare ricovero ai diseredati. Notissima poi
la sua iniziativa dell' illuminazione delle strade napoletane, fino allora
inesistente, per contrastare i banditi che sul far del buio assaltavano i
viandanti. La situazione già critica fin dal tempo del vice regno spagnolo, si
era fatta insostenibile dappoiché s’era dimostrato persino vano il tentativo di
illuminare le strade con delle lampade ad olio che venivano subito rimosse dai
malintenzionati; il padre Rocco ricorse allora ad un gesto astuto; facendo leva
sul sentimento religioso popolare, aveva fatto apporre immagini sacre sui muri
delle case,soprattutto su quelle ai cantoni delle viuzze e vicoletti,
sollecitando i fedeli ad accendere a sera uno o piú lumini innanzi alle effigi;
se ne ricavò una illuminazione stradale insufficiente forse, ma funzionale che
mantenne il suo scopo fino a tutto il 1° Gennaio 1817 con le prime tracce del
gas a Napoli allorché il re Ferdinando I Borbone (Napoli, 12 gennaio 1751 –†
Napoli, 4 gennaio 1825) concesse a Pietro Andevel di Montpellier un
"privilegio" per fornire la città di un’illuminazione a gas idrogeno.
Ma non divaghiamo! Torniamo al padre G.M.Rocco che nel 1735, adducendo
l’immoralità del gioco del Lotto, ottenne da Carlo III (Madrid, 20 gennaio 1716
†Madrid, 14 dicembre 1788) che il gioco fosse sospeso durante il periodo
natalizio; Carlo era figlio di Filippo V di Spagna ed Elisabetta Farnese,
duchessa di Parma e Piacenza e fu duca di Parma dal 26 febbraio 1731 al 1735
con il nome di Carlo I di Parma, Re di Napoli e Sicilia dal 1735 al 1759 con il
semplice nome di Carlo quantunque sia ricordato con il nome di Carlo III (cfr.
piazza Carlo III posta alla confluenza di via Foria, C.so Garibadi, Doganella);
riprendiamo il discorso dicendo che il padre G.M.Rocco ottenne dal re che il détto
gioco (peraltro ammesso come monopolio del Regno per sostenere le asfittiche
casse dell’erario), fósse sospeso durante il periodo natalizio; il popolo
ovviamente gradí poco il divieto e si organizzò in proprio, evitando altresí
che il Lotto finisse nelle mani della camorra, ideando un giuoco familiare
molto simile al Lotto,ma esente dal gravame fiscale, giuoco da farsi durante le
festività natalizie in luogo del sospeso Lotto, gioco quest’ultimo molto
praticato a Napoli e provincia sebbene fosse giuoco non originariamente
partenopeo, ma fósse nordico, precisamente ligure e segnatamente genovese: del
suo ideatore tal Cristoforo Taverna, mancano esatte notizie biografiche: chi lo
dice milanese, chi genovese, ma tutti concordono sul fatto che fosse un banchiere
che intorno al 1450 ideò un giuoco a premi (giuoco delle Borse), giuoco in cui
v’erano sette premi (o borse) determinati mediante l’ estrazione a sorte di
cinque numeri su novanta; gli originarî sette premi [che furono nell’ordine
primo eletto (a Napoli primm’aletto) – estratto semplice( a Napoli stratto) –
situato – ambo – terno – quaterno (ma a Napoli quaterna come normalmente poi in
uso ovunque) – cinquina] furono poi portati ad otto con l’introduzione di
un’ottava borsa intermedia détta cadenza che premiava chi indovinasse la decina
con maggior presenza nei cinque numeri estratti, ed il giuoco dell’otto borse
divenne giuoco dell’otto→del lotto o piú semplicemente lotto), nelle tombole
domestiche si sostití la borsa della cadenza e fu premiato chi indovinasse
quindici numeri (‘a chiena), per cui i premi del lotto domestico (tombola)
furono nell’ordine primo eletto (a Napoli primm’aletto) – estratto semplice( a
Napoli stratto) – situato - ambo – terno – quaterno (ma a Napoli quaterna come
normalmente poi in uso ovunque) – cinquina - chiena.
Brak
Nessun commento:
Posta un commento