ESSERE FRIDDO ‘E CHIAMMATA
Mi è stato chiesto, via e-mail, dal
caro amico N. S. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) di spendere qualche parola per
illustrare significato e portata della locuzione in epigrafe.Gli ò cosí
significato: la locuzione datata e nata nella città bassa ad litteram vale:
Esser indifferente ad un richiamo ed in origine fu usata in riferimento ad ogni
sollecitazione che avesse un individuo che fósse o mostrasse d’essere freddo, distaccato, disinteressato, insensibile,
noncurante, impassibile, quale che fósse lo stimolo, sprone, pungolo,
esortazione, incitamento, voglia, impulso ricevuto ciò atteso che in napoletano il sostantivo
chiammata [deverbale di chiammà dal lat. clamare con raddoppiamento espressivo
della emme] è usato come significante di svariati concetti: dalla chiamata alle
armi alla citazione in giudizio, dalla correzione o sottolineatura a margine di
uno scritto, al morso di una pulce, dalla necessità impellente di defecare, all’invito tacito od espresso ad una
prestazione sessuale e fu proprio quest’ultima accezione che prese il sopravvento di talché la
locuzione finí ed ancóra è usata nella
città bassa quale dileggio di un individuo che o per problemi caratteriali o
remore religiose fósse o mostrasse d’essere imperturbabile al richiamo dei
sensi pur in presenza di occasione da non rifiutare.
E qui penso di
poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico N. S. ed interessato qualcun altro dei miei
ventiquattro lettori e piú genericamente
chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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