FÀ ‘NA VERNIA
Questa volta è stato il
caro amico N. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli significato ed etimologia dell’ espressiona
partenopea in epigrafe. Gli ò risposto
illico et immediate:
La locuzione di cui mi chiedi,sufficientemente
datata e che si può cogliere ormai solo
sulle labbre di qualche napoletano d’antan, ad litteram è da tradursi con: Fare
un frastuono,uno strepito,un caos,un trambusto,un putiferio e popolarescamente una caciara tutti ugualmente molesti; si può tuttavia
rendere anche con un: dare fastidio ed infine con altra accezione del
sostantivo vernia: comportarsi in modo osceno. E ciò per quanto attiene ai
significati del termine e su questo si è un po’ tutti d’accordo.Dove l’accordo
manca e c’è diversità di vedute è quando
si cerca l’etimologia di vernia; esistono vale scuole di pensiero che riporto
per amor di completezza quantunque per me l’etimo sia tranquillo e vi leggo
[soprattutto tenendo presente l’ultima accezione riportata] un neutro plurale,
poi inteso e reso femm.le singolare latino: *vernia, aggettivo sostantivato di “verna”[=schiavo nato in casa] (cioè:
cose/comportamenti da schiavi).Vediamo i pareri altrui, tutti poco convincenti:
1)vernia,voce dal francese berne = mezz’asta; 2)vernia voce dall’iberico bernia
= sorta di mantello. Ora trascurando che la mia etimologia fu accettata dal
compianto Carlo Iandolo, ognuno vede che nè l’una, nè l’altra ipotesi proposta riconduce ai significati del termine e
risultano ambedue semanticamente inconferenti. E qui penso di poter far punto
convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico N.C. ed interessato
qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in queste
paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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