IL MALOCCHIO E LA CHIESA
Mi è stato chiesto,per le vie brevi , dal
caro amico A. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) se sia vero che in Napoli ci sia
stata ed ancóra esiste una chiesa deputata a levare il malocchio. Gli ò cosí
risposto: premesso che, come sai, il malocchio [italianizzazione del partenopeo
maluocchio] nella credenza popolare, è
un influsso negativo, che porta danni e sventure,ed è attribuito al potere occulto di qualcuno e
segnatamente alla potenza malevola dei suoi sguardi e che un tempo a Napoli sin
dal 1600 a tutto il 1950, soprattutto nella città bassa si faceva ricorso a
delle fattucchiere che venivano ritenute dai creduloni e ancor piú dalle
credule comari capaci con le loro
segrete alchimie di liberare dal malocchio chi se ne sentisse fatto oggetto
avvenne proprio nel 1950 che un
fraticello del convento di sant’Anna, sito in piazza san Franceso, evidentemente poco istruito e parimenti
superstizioso al pari delle comari che si aggiravano nell’adiacente borgo di
sant’Antonio abate, nell’intento, peraltro non disdicevole di stroncare il
ricorso alle fattucchiere, parlando di persona alle fedeli che incontrava nella
suddetta via,invece di stroncare la credenza nell’esistenza del malocchio,
cominciò a veicolare l’idea che esso non fósse opera di qualcuno/a, bensí del
demonio e che per liberarsene occorresse farsi esorcizzare recandosi in una
delle chiese in cui si praticava [ed attualmente ancóra si pratica] l’esorcismo
e precisamente nella Parrocchia
Immacolata al Gesù Nuovo oppure nella Casa della Missione in via Vergini o
anche nella Basilica San Gennaro ad Antignano; da ciò ne derivò da parte di
qualche malaccorto divulgatore che in Napoli ci fósse stata e ci sia una chiesa deputata a levare il malocchio.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito
l’argomento, soddisfatto l’amico A. C.
ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú
genericamente chi dovesse imbattersi in
queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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