ZEPPOLA E DINTORNI.
La voce zeppola,
che in italiano, (con ogni probabilità con
derivazione dal napoletano) indica esclusivamente quale sost. femm. (spec. pl.) una ciambella o frittella
dolce tipica di alcune regioni dell'Italia meridionale, è presente nel lessico
della parlata napoletana dove indica
oltre che una tipica ciambella o frittella dolce (zeppola di san Giuseppe), anche una frittella rustica (‘a zeppulella) ed estensivamente un
particolare difetto di pronuncia, una sorta di balbuzie che impedisce di
esprimersi correttamente e chiaramente (tené
‘a zeppula ‘mmocca= avere la zeppola in bocca, come chi parlasse masticando
un pezzo di quella frittella(zeppola) dolce o rustica.
Chiarito però che con l’originaria voce zeppola deve intendersi la
ciambella dolce, e che, a mio sommesso, ma deciso avviso, l’uso di zeppola
per la frittella rustica è un semplice adattamento di comodo, e che per tale frittella rustica sarebbe piú esatto
(come vedremo trattando della preparazione di tale frittella) parlare di pasta cresciuta o pastacrisciuta
come mi sembra piú acconcio scrivere agglutinando
sostantivo ed aggettivo, dirò che quanto all’etimologia di zeppola (ciambella dolce) una non confermata scuola di pensiero fa riferimento ad un tardo
latino *zipula(m) peraltro(si noti l’asterisco) non attestato,
laddove io reputo invece che zeppula (letteralmente zeppola) sia voce che abbia una derivazione dal latino serpula e debba indicare innanzi tutto e quasi esclusivamente un caratteristico dolce partenopeo, in uso per
la festività di san Giuseppe(19 marzo) , di pasta bigné disposta, con un sac a poche, a mo’ di ciambella, poi fritta due volte: la
prima in olio bollente e profondo, la seconda nello strutto o (meno spesso)
cotta al forno, spolverizzata di zucchero e variamente guarnita con crema pasticciera ed amarene candite; il dolce à origini
antichissime quando intorno al 500 a.C. si celebravano a
Roma le Liberalia, che erano le feste
delle divinità dispensatrici del 'vino e del grano nel giorno del 17 marzo. In
onore di Sileno, compagno di bagordi e precettore
di Bacco, si bevevano fiumi di vino addizionato di miele e spezie e si friggevano nello strutto bollente profumate frittelle di frumento; le origini
del dolce dicevo furon dunque antichissime , anche se pare che la ricetta attuale delle
napoletane zeppole di san Giuseppe
(peraltro già riportata in un suo famoso manuale di cucina da Ippolito
Cavalcanti, duca di Buonvicino(2 settembre 1787
† 5 marzo 1859)) sia
opera di quel tal P. Pintauro(1815 ca) che fu anche,
come vedemmo alibi, l’ideatore della sfogliatella, il quale rivisitando
le antichissime frittelle romane di semplice
fior di frumento,ed ispirandosi ai consigli del Cavalcanti diede vita alle attuali zeppole arricchendo l’impasto di uova, strutto ed
aromi varî e procedendo poi ad una
doppia frittura prima in olio profondo e poi nello strutto fuso e bollente; la tipica forma a ciambella della zeppola rammenta – ò detto - la forma di un serpentello (serpula) quando si attorciglia su se
stesso da ciò è quasi certo che sia
derivato il nome di zeppola (
morfologicamente è normale il passaggio di
s a z e l’assimilazione
regressiva rp→pp).
Ecco qui di sèguito la
ricetta per la
ZEPPOLA NAPOLETANA DI SAN
GIUSEPPE
ingredienti e dosi per 6 persone
Per le Zeppole:
Per le Zeppole:
·
250 gr di strutto
·
abbondante
olio per
friggere
·
450
gr. di sugna
·
amarene
sciroppate q.s.
·
zucchero a
velo q.s.
Per la Crema:
·
100
gr. di farina,
·
2-3 cucchiai di fecola
Procedimento
Per le Zeppole.
Mettere in una capiente pentola antiaderente lo strutto, lo zucchero e l'acqua.
Porre
la pentola a fuoco
moderato ed iniziare la cottura.
Quando inizia a bollire pian piano aggiungere
a pioggia tutta la farina ed
il sale.
Mescolare con un cucchiaio di legno
continuamente il tutto per evitare che
si attacchi.
Quando il composto risulterà omogeneo e si staccherà facilmente dalle
pareti della pentola, toglierlo dal fuoco; attendere che si raffrendi alquanto
ed aggiungere le uova, una per volta,
amalgamando bene fino a che risultino ben incorporate nell’impasto.
Preparare dei riquadri di carta da forno.
Mettere l'impasto in un sac a poche da
pasticciere (munito di beccuccio a forma di stella) ed approntare le zeppole in
forma di ciambella piuttosto piccola di diametro (poiché in cottura le zeppole aumenteranno
molto di dimensione) facendo scendere la
pasta su ognuno dei riquadri di carta da forno.
Predisporre due grosse padelle di ferro nero
ed in una mandare a temperatura abbondante olio per friggere, mentre nell’altra
portare a temperatura di fusione la sugna. Quando l'olio è bollente mettere una zeppola alla volta nella padella relativa ,immergendole con tutta la carta da forno o oleata che
verrà eliminata appena le zeppole si staccheranno.
Quando saranno appena dorate
toglierle dalla padella con l'olio e trasferirle súbito in quella con la
sugna a completare la doratura.
Mettete le zeppole su della carta assorbente
e lasciatele raffreddare.
Per la Crema.
Riscaldare il latte in un pentolino e da parte amalgamare lo zucchero con i tuorli d'uovo, la farina e
la fecola.
Quando il latte inizia a bollire unire tutti
gli ingredienti e mescolare senza interruzione.
Unire la scorza del limone (lavata accuratamente). Continuare la cottura fin quando il composto
non appare cremoso ed omogeneo.
Lasciare raffreddare bene la crema.
Infine disporre le zeppole su un piatto da portata e farcirle,
servendovi di un sac a poche, con la
crema.
Decorare ogni zeppola con qualche amarena sciroppata e con dello zucchero a velo.
E passiamo adesso alla
frittella rustica popolarmente, ma impropriamente, détta pur’essa zeppola, ma che piú acconciamente deve dirsi pastacresciuta
Ne do dapprima la ricetta:
dosi per 4 persone
400 g di
farina, 300 g
di acqua meglio se gasata, sale fino q.
s. , 2 cubetti di lievito di birra.
abbondante olio per
friggere
ingredienti
facoltativi
4 fiori di zucca lavati, asciugati e tagliati a pezzetti;
oppure 8 filetti di
acciughe sott’olio tagliati a pezzetti.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida(mai bollente).In
un’ampia ciotola mettere la farina e
aggiungervi l'acqua e il sale lavorando l'impasto a lungo.( l'impasto è
abbastanza liquido)
Se vi piace potete aggiungervi pezzettini di fiori di zucca oppure delle acciughe sott’olio tritate in pezzetti.
Se vi piace potete aggiungervi pezzettini di fiori di zucca oppure delle acciughe sott’olio tritate in pezzetti.
Lasciar lievitare per circa 1 ora, indi con un cucchiaio bagnato
in acqua calda prendete l'impasto e friggetelo in olio bollente, oppure
strappate a mano bagnata piccoli quantitativi di pasta e trasferiteli nell’olio
bollente; a fine cottura, quando le pastecresciute avranno preso un bel colore
dorato, prelevatele con una schiumarola, trasferitele su di piatto di portata
coperta con carta assorbente e salate. A chiosa della ricetta rammenterò che mentre
le zeppole dolci son preparazioni da pasticciere ed in pasticceria
si vendono, le pastecrisciute son preparazioni da friggitoria dove vengon vendute per esser consumate rapidamente
all’impiedi, assieme ai fiori di zucca,
fette di melanzane e di zucchine
impastellati/e e fritti/e, piccoli panzarotti di patate lesse fritti.
Come si evince la frittella rustica non à la tipica forma di serpentello attorcigliato, ma potrebbe somigliare piuttosto ad un ciottolo informe; di talché non si comprende il motivo di attribuirgli il nome di zeppola e mi pare piú esatto e confacente, con riferimento agli ingredienti principali di questa frittella rustica : farina, acqua e lievito chiamarla, come ò già détto pasta crisciuta (pasta cresciuta) anzi ancor piú acconciamente come ò detto sopra pastacrisciuta – pastecrisciute con agglutinazione funzionale tra il sostantivo pasta e l’agg.vo crisciuta part. pass. femm. dell’infinito crescere dal lat. crescere, affine a creare 'creare'; infine per ciò che riguarda la zeppola come balbuzie va da sé che ci troviamo difronte ad un accostamento divertente e furbesco con la frittella dolce che se mangiata avidamente (come merita!) occupa cosí tanto la bocca da risultare nociva al corretto parlare, al segno che di chi balbutisse si può ben dire che tène ‘a zeppula ‘mmocca (à la zeppola in bocca). Raffaele Bracale
Come si evince la frittella rustica non à la tipica forma di serpentello attorcigliato, ma potrebbe somigliare piuttosto ad un ciottolo informe; di talché non si comprende il motivo di attribuirgli il nome di zeppola e mi pare piú esatto e confacente, con riferimento agli ingredienti principali di questa frittella rustica : farina, acqua e lievito chiamarla, come ò già détto pasta crisciuta (pasta cresciuta) anzi ancor piú acconciamente come ò detto sopra pastacrisciuta – pastecrisciute con agglutinazione funzionale tra il sostantivo pasta e l’agg.vo crisciuta part. pass. femm. dell’infinito crescere dal lat. crescere, affine a creare 'creare'; infine per ciò che riguarda la zeppola come balbuzie va da sé che ci troviamo difronte ad un accostamento divertente e furbesco con la frittella dolce che se mangiata avidamente (come merita!) occupa cosí tanto la bocca da risultare nociva al corretto parlare, al segno che di chi balbutisse si può ben dire che tène ‘a zeppula ‘mmocca (à la zeppola in bocca). Raffaele Bracale
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