UNA TRADIZIONE NAPOLETANA
Qui di sèguito rammento ai miei 24 lettori ed a chi
interessasse una tradizione esclusivamente napoletana risalente alla seconda
metà del 1500, quella delle massaie che intente a preparare la pasta, cibo pressoché
quotidiano nelle case napoletane, solevano
recitare una orazione per san
Gaetano dopo di aver salato l’acqua in
bollore e solo al termine dell’orazione calavano in quell’acqua salata la pasta
e la portavano a cottura certe che nel
tempo trascorso per l’orazione il sale messo nell’acqua si fósse adeguatamente
sciolto conferendo all’acqua la giusta sapidità.
A questo punto viene spontaneo chiedersi: Perché proprio
san Gaetano?
Rispondiamoci ricordando che San Gaetano da Thienenacque a
Vicenza,? ottobre 1480 e morí a Napoli, 7 agosto 1547
Nato dalla nobile
famiglia dei Thiene fu battezzato con il
nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così
perché era nato a Gaeta. Protonotario apostolico di Giulio II, lasciò sotto
Leone X la corte pontificia maturando, specie nell'Oratorio del Divino Amore,
l'esperienza congiunta di preghiera e di servizio ai poveri e agli esclusi. Nel
1533, insieme a Giovanni Marinoni, si recò a Napoli per fondarvi una casa
dell'ordine; il viceré Pedro de Toledo, nel 1538, concesse loro la basilica di
San Paolo Maggiore nella cui cripta riposa. A Napoli Gaetano curò la formazione
dei sacerdoti impegnati nel locale ospedale degl'Incurabili; fu correttore
della compagnia dei Bianchi; diresse il monastero delle domenicane della
Sapienza (fondato da Maria Carafa, sorella di Gian Pietro); guidò Maria Lorenza
Longo nella fondazione delle monache Cappuccine; contrastò la diffusione delle
dottrine eterodosse introdotte in città da Bernardino Ochino, Pier Martire
Vermigli e Juan de Valdés.
Tra il 1540 e il 1543 fu preposito della comunità teatina
di Venezia, poi tornò a Napoli, dove si spense nel 1547. Fu restauratore della
vita sacerdotale e religiosa, ispirata al discorso della montagna ed al modello
della Chiesa apostolica. Devoto del presepe [di cui propugnò l’allestimento
nelle chiese e nelle case di talché a Napoli
ne è ritenuto l’ideatore] e della passione del signore, fondò (1524) con
Gian Pietro Carafa, vescovo di Chieti (Teate), poi Paolo IV (1555-1559), i
Chierici Regolari Teatini. Per la sua illimitata fiducia in Dio è venerato come
il santo della provvidenza. Fu insigne predicatore e spesso faceva riferimento
nelle sue omelie alla pagina evangelica di Mt. 5, 13-16:”Voi siete la luce del
mondo, voi siete il sale della terra” soffermandosi soprattutto sulla seconda
parte, quella relativa al sale, chiarendone
l'immagine spiegando cioè che in
ogni casa non possono mancare tre cose: un po' di farina, un orcio d'olio ed il
sale con cui si salano sia per
insaporire che per conservare gli alimenti; restare senza sale era come
rimanere senza speranza. La comunità dei credenti si mantiene nella speranza
per grazia di Dio e non per i meriti dei singoli. Le massaie della città bassa
dove san Gaetano di preferenza predicava, restarono colpite dalle parole del
teatino ed alla sua morte lo invocarono con la preghiera: “O glorioso San
Gaetano, Voi che pensando ai peccati del mondo, ne provaste tanto dolore sino a
morirne,impetratemi dal Signore il dolore delle mie colpe e la grazia di non
ricadervi mai più…” cui seguiva la recita di un pater, ave e gloria e
recitarono queste orazioni ogni volta che maneggiavano il sale, soprattutto
quando lessavano la pasta. Ed ecco chiarita una tradizione che mi duole sia desueta
ed anzi quasi del tutto dimenticata. Satis est.
Raffaele Bracale
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