giovedì 30 novembre 2017

VARIE 17/1215



1.LL’AMMORE NUN VO’ PENZIERE!
Ad litteram: L’amore non vuol pensieri, seu preoccupazioni.
Stringata, perentoria locuzione che ricamando l’amore inteso nel senso materiale del coito intende rammentare che non c’è attività, soprattutto quelle dilettevoli, che si possa principiare o esser portata a compimento se non in presenza di una mente sgombra di ansie, apprensioni, inquietudini che possono risultare deterrenti ed inibitorie.
2.LL'ABBATE TACCARELLA.
Letteralmente: l'abate Taccarella. Con questo soprannome viene bollato, a Napoli, la malalingua, lo sparlatore, colui che, metaforicamente, tagliuzzi gli abiti addosso ad una persona; il nome Taccarella è chiaramente un deverbale desunto appunto dal verbo taccarià che significa tagliuzzare, ridurre in minuti pezzetti.
3.LL'ACQUA 'NFRACETA 'E BBASTIMIENTE A MMARE.
Letteralmente: l'acqua rende fradice le navi in mare. Cosí gli accaniti bevitori di vino sogliono respingere un bicchiere d'acqua che venga loro offerto, volendo significare che mutare le abitudini buone può essere pernicioso, se non deleterio.
4.LL'ARTE 'E TATA È MMEZA 'MPARATA.
Letteralmente: l'arte del padre è appresa per metà. Con questa locuzione a Napoli si suole rammentare che spesso i figli che seguano il mestiere del genitore son favoriti rispetto a coloro che dovessero apprenderlo ex novo. Partendo da quanto affermato in epigrafe spesso però capita che taluni si vedano la strada spianata laddove invece al redde rationem mostrano di non aver appreso un bel nulla dal loro genitore e finisce che la locuzione nei riguardi di tali pessimi allievi debba essere intesa in senso ironico ed antifrastico.
5.LL'AUCIELLE S'APPARONO 'NCIELO I 'E CHIAVECHE 'NTERRA.
Letteralmente: gli uccelli si accoppiano in cielo e gli uomini spregevoli in terra. È la trasposizione in chiave rappresentativa del latino: similis cum similibus, con l'aggravante della spregevolezza degli individui che fanno comunione sulla terra. Il termine: chiaveche è un aggettivo sostantivato, formato volgendo al maschile plurale il termine originario: chiaveca (dal lat. tardo clavica(m), per il class. clovaca(m))che è la cloaca, la fogna; tenendo ciò presente si può capire quale valenza morale abbiano per i napoletani, gli uomini detti chiaveche.
BRAK

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