martedì 28 novembre 2017

VARIE 17/1204



1.JÍ A PPUORTECE PE ‘NA RAPESTA  ed anche JÍ A PPUORTO PE ‘NA RAPESTA 
Ad litteram: recarsi a Portici per (acquistare) una rapa. Id est: Agire sconsideratamente impegnandosi eccessivamente, affaticandosi oltremodo per raggiungere un risultato modesto o meschino. Cosí si dice, a dileggio, di chi si comporta in maniera poco giudiziosa, assennata, attenta, accorta o riflessiva sprecando energie e – nella fattispecie - si recasse al mercato ortofrutticolo all’ingrosso di Portici, piccolo comune agricolo nei pressi di Napoli, per acquistare una sola, insignificante rapa. 33 bis.Jí a ppuorto p’ ‘a rapesta. Ad litteram: recarsi al porto per la rapa. L’espressione in esame è una corruzione della precedente, ma è di significato alquanto diverso; questa in esame è una locuzione usata a dileggio di chi si comporti in maniera imprudente, scriteriata, dissennata mettendosi in situazioni pericolose, come quella di frequentare la malfamata e perigliosa zona portuale, e lo faccia non per necessità o per lavoro, ma al solo scopo di dar soddisfazione alle proprie esigenze sessuali frequentando le prostitute stanziali del porto atte ad occuparsi della ... rapesta del loro cliente. Infatti nella locuzione il s.vo rapesta [1 in primis rapa; 2per traslato furbesco membro maschile; 3per traslato offensivo uomo inetto e dappoco; la voce rapa è dal lat. rapa←rapu-m = rapa, mentre la voce napoletana rapesta è dal neutro lat. rapistru-m attraverso il pl. rapistra poi inteso f.le e lètto rapista→ rapesta con semplificazione di str→st come in fenesta da fenestra(m) ] qui rapesta è usato appunto nel senso traslato/furbesco.A margine rammento infatti che è da collegarsi alla rapa l’agg.vo arrapato che è il part. pass. usato anche come agg.vo dell’infinito arrapà (arrapare), v.bo tr.vo di origine meridionale,pervenuto anche nel lessico italiano sia pure come voce volgare. è un denominale del lat. rapa, propr. neutro pl. di rapum 'rapa', poi considerato come f.le sg.in senso maliziosamente allusivo alla durezza dell’ortaggio] = eccitare sessualmente; piú spesso usato come intr. o intr. pron. (arrapà, arraparse, fà arrapà), eccitarsi sessualmente; quantunque sia piú comunemente usata al maschile (arrapato= eccitato ) nulla vieta che la voce sia coniugata anche al f.le (arrapata= eccitata) quantunque l’eccitazione maschile meglio si presti in pratica ad esser rappresentata dalla turgidità della rapa! Nella variante in epigrafe  l’azione sconsiderata affaticandosi oltremodo per raggiungere un risultato modesto o meschino  è rappresentata dal recarsi al porto  nella cui area esistette il mercato generale  di frutta e verdura, per acquistarvi una sola rapa, cosa improbabile perché al mercato generale si vendeva e vende solo all’ingrosso e non al dettaglio. 
3.JÍ A LLICCHETTO oppure JÍ ALLICCHETTO o anche JÍ A CCIAMMIELLO
 Letteralmente: andare alla perfezione; locuzione riferita a tutte quelle cose che evolvono positivamente, quasi perfettamente con riferimento al loro stato di tenuta richiamante quello di un valido lucchetto, oppure con riferimento al riuscito stato di forma che richiama una ben costrutta ciambella.Da notare come l’espressione a licchetto si sia fusa in allicchetto trasformandosi in un avverbio modale.
4.JÍ ASCIANNO CHELLO CA PISCIA ‘A QUAGLIA
Ad litteram: Andare in cerca, desiderare, agognare (solo) ciò che minga la quaglia. Ma va da sé che la ricerca o il bisogno, il desiderio, la brama, la cupidigia, la smania, lo struggimento, la bramosia di cui sia accreditato il protagonista dell’espressione non siano quelli che mirano al conseguimento degli escrementi liquidi di una quaglia. L’espressione, nel suo sotteso autentico significato traslato vale infatti: Andare in cerca, desiderare, agognare (solo) quanto di meglio o di piú ricercato e/o raro ci sia e ciò in riferimento al fatto che il il protagonista dell’espressione, quello cioè che va in cerca, desidera, agogna ciò che minge la quaglia è inteso incontentabile, pretenzioso, inappagabile. La faccenda semanticamente si spiega tenendo presente che la quaglia è un uccello migratore diffuso nelle regioni temperate, cacciato e/o allevato per le sue carni prelibate, ma di dimensioni veramente piccole di talché anche le sue deiezioni solide o liquide sono veramente parva res tanto da poterle ritenere scarse, sporadiche quasi rare accostabili per ciò ai desideri dell’ incontentabile che va alla ricerca di beni di consumo o in generale di prodotti pregiatissimi, ricercati,straordinari, rari in quanto esigui e perciò di prezzo anche esorbitante e talora addirittura ingiustificato stante il rapporto prezzo qualità, insomma proprio chello ca piscia ‘a quaglia!
5.JÍ ASCIANNO COCCOSA
Ad litteram: andare alla ricerca di qualcosa, ma farlo con intensa applicazione comportandosi quasi come un cane che annusi per trovare la traccia cercata; il termine asciare della locuzione deriva infatti dal latino adflare (annusare) con il tipico esito partenopeo del digramma FL in SCI come per il latino flore-m diventato sciore in napoletano, o come flatu-m→sciato, fLLUmen→sciummo – flaccare→sciaccà etc.
JÍ ASCIANNO PAGLIA PE CCIENTO CAVALLE
Volere paglia per cento cavalli Id est Accampare pretese enormi, fare richieste esorbitanti che con tutta probabilità non potranno mai essere soddisfatte; Espressione di contrarietà estrema riferita a commento del comportamento di persone esose, avide, ingorde quando non voraci o insaziabili; l’espressione è usata a fronte di una richiesta evidentemente spropositata ; l’origine di détta locuzione risale a diversi secoli addietro, quando il possesso di un cavallo era simbolo di notevole abbienza economica, sia per il costo dell’animale che per la dispendiosità delle quotidiane cure che il quadrupede necessitava ; va da sé ed è evidentissimo quindi che, se già il mantenimento di un solo cavallo era un onere che pochissimi potevano affrontare, pensare di mantenerne cento era assolutamente impensabile, tanto elevato era il patrimonio che sarebbe necessitato, ed ancóra piú impensabile il fare richiesta a terzi di procurare gratuitamente la paglia bastevole a cento bestie. Ovviamente l’espressione è usata estensivamente in tutti i casi di richieste spropositate, esagerate, sproporzionate, smisurate che con tutta probabilità non potranno mai essere soddisfatte.
BRAK

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