lunedì 20 aprile 2020

SPICCECÀ ‘E CAPILLE A SSANTA CATARINA


SPICCECÀ ‘E CAPILLE A SSANTA CATARINA

Questa volta è stato il  caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata della desueta, ma icastica e – per certi versi – lo riconosco!,  ermetica  espressione partenopea   in epigrafe. L’accontento súbito tentando di far chiarezza e svelare l’arcano.Ad litteram l’espressione vale: Pettinare, ravviare (districandoli) i capelli di santa Caterina ma – ovviamento – presa  ad litteram l’espressione non avrebbe, né potrebbe avere significato veruno atteso che sarebbe del tutto impossibile oltre che  inconferente ravviare, acconciare, aggiustare, la chioma di una santa scomparsa da secoli. Occorre perciò lasciar perdere la lettera e pensare ad altro.Cosa che faccio chiarendo che  l’espressione in effetti non à nulla a che spartire con santa Caterina e la sua chioma ed è solo  un impertinente modo di dire usato a dileggio di quelle giovanette che all’età di venticinque anni siano ancóra nubili  e lungocrinite cosí come tutte le illibate vergini che avanti le nozze non potevano recidersi i capelli. A costoro che, piú che ventenni,  non abbiano ancóra trovato partito  si consiglia per  beffa, burla, canzonatura, motteggio o  irrisione di continuare a sistemare, assettare, accomodare, riordinare la propria  chioma nel tentativo di migliorarsi nell’aspetto ed attirare in tal modo qualche corteggiatore. Che c’entra dunque santa Caterina? Assolutamente nulla, se si esclude (ah, la grande fantasia dei napoletani!)il riferimento al numero venticinque, atteso che la ricorrenza della santa cade proprio  ai venticinque di novembre!
spiccecà  verbo tr.
 in primis 1spiccicare, dividere, separare;
per ampliamento semantico 2 sciogliere nodi di capelli o matasse  e quindi pettinare, ravviare;
per traslato dell’ ampliamento 3 staccare ciò che è appiccicato e (détto delle parole) pronunciare distintamente.
Etimologicamente rappresenta il contrario (attraverso il cambio di prefisso ad→s) di appiccicare←ad+piccicare = unire con la pece, intensivo di appiccià (dal lat. volg. *adpicjare denominale da un ad + piceus).
capille  s.vo m.le pl. di capillo = capelli, chioma;
voce dal lat. capillu(m).
santa Catarina = santa  Caterina d’ Alessandria d'Egitto (III  sec.) è ricordata come una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili, dimorante in Alessandria d'Egitto; ivi , nel 305,giunse Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria. Per l'occasione si celebrarono feste grandiose, che inclusero (atto obbligatorio per tutti i sudditi) anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Caterina però coraggiosamente si rifiutò di compiere  il sacrificio ed anzi   invitò Massimino a riconoscere in Gesú Cristo il  Redentore dell'umanità; non riuscendo a convincere la giovane a venerare gli dèi, Massimino propose a Caterina il matrimonio. Al rifiuto della giovane il governatore la condannò ad una morte orribile: una grande ruota dentata avrebbe dovuto fare strazio del suo corpo. In un primo momento un miracolo fece salva la giovane  che però di lí a poco  venne  decapitata. Secondo una leggenda degli angeli portarono miracolosamente il suo corpo da Alessandria fin sul Sinai, dove ancora oggi l'altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo episodio  sarebbe avvenuto nel novembre del  305 e precisamente ai 25 del mese, giorno in cui la santa viene festeggiata.
E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A.M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est. Raffaele Bracale

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