LENTÍA ‘E STOMMACO
Questa volta è stato il
caro amico G. R. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a propormi un quesito relativo
all’ espressione partenopea in
epigrafe.
Gli ò risposto precisandogli che si tratta di un’espressione
remota e desueta che nel linguaggio della città bassa e di taluna provincia
costiera ,nella sua piú corretta e completa morfologia: lentíatura ‘e stommaco valse crepa, fagliatura, fenditura, fessura, incrinatura, spaccatura
di stomaco nel senso di avvisaglia di fame e fu infatti usata allorché
avvicinandosi l’ora canonica del desinare si provava nello stomaco una languidezza, un vuoto tali da
esser costretti a dover súbito mettere in bocca qualcosa. Il termine lentíatura donde il ridotto lentía come dall’amico ricordato, è un
deverbale di lentiarse= spaccarsi,
fendere che a sua volta è una forma frequentativa del lat. lentare! E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito
l’argomento, soddisfatto l’amico G.R. ed interessato qualcun altro dei miei
ventiquattro lettori e piú genericamente
chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis est.
Raffaele Bracale
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