FORMAZIONE
DEL FEMMINILE
Mi è stato chiesto da piú d’un mio lettore come ci si
comporta, nell’idioma napoletano, quando
si debba ricavare un nome e/o aggettivo femminile marcandolo sul corrispettivo
maschile. Rispondo dicendo che normalmente i nomi/aggetti maschili vengono resi femminili mantenendo inalterata
la radice e mutando in-a la desinenza [es.:patrone→patrona, ciuccio→ciuccia,scemo→scema,
bbello→bbella, faticatore→faticatora,cacciatore→cacciatora] mentre pochi nomi
[come “conte” – “miereco”ed altri mutano la desinenza in essa mutando nella
radice la o in u [conte→cuntessa] o semplificando il dittongo ie in e (miereco→merechessa];
inoltre una piccola parte dei termini maschili in –tore mutano la desinenza in –trice
[es.’mperatore→’mperatrice] ed infine a)i
maschili che ànno il tema in ie semplificano il dittongo in e [es.
tiénnero→tènnera, piécoro→pecora, c];a1)ugualmente i maschili che ànno la
desinenza in –iere perdono la i diventando al femminile
–era[chianchiere→chianchèra];
b)i maschili in
–isto mutano in –esta [canisto→canesta];
c) la radice maschile in –i muta al femminile in –e
[ninno→nenna];
d) i maschili con radice in – uo semplificano il dittongo
uo in o [es.: percuoco→percoca, santuocchio→santocchia];
e) i maschili con radice in –u al femminile la mutano in
–o [suĵo→soja,scurnuso→scurnosa, rattuso→rattosa, russo→rossa].
Non mi pare ci sia altro da aggiungere.
R.Bracale
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