mercoledì 27 maggio 2020

STUCCHIMACCHIO/STRUCCHIMACCHIO/STRICCHIMACCHIO


STUCCHIMACCHIO/STRUCCHIMACCHIO/STRICCHIMACCHIO
Questa volta su solleticazione del caro amico N.C. (al solito, motivi di riservatezza mi impongono di  riportar solo le iniziali di nome e cognome di chi mi scrive per sollecitar ricerche)  mi occupo della datatissima e forse desueta  voce napoletana in epigrafe  che  ormaje si può cogliere sulle labbra di qualche stagionato napoletano che ancòra la usa quando parla di un qualunque liquido o estensivamente, come dirò,unguento, pomata e simili di cui non sappia o non gli sovvenga il nome e talora, con una sorte di metonimia, anche per indicare il suo relativo contenitore, quando si tratti di una bottiglina, flacone od ampollina o astuccio cilindrico [come quello dei rossetti].E cosí ò fatto luce sul significato del vocabolo; ora rammenterò a chi lèggesse che in origine esso venne usato nella originaria lezione di “stucchimacchio” cosí come derivava dalla storpiatura dell’agg.vo greco    “stomachikós”= (bevanda) giovevole allo stomaco preso a modello per indicare qualsivolesse liquido anche quando non fósse esattamente una bevanda  da far bene, aiutare, agevolare, favorire, avvantaggiare l’organo deputato alla digestione; successivamente nella città bassa il vocabolo in esame finto sulle labbra dei popolani di piazza san Francesco e zone limitrofe vénne ulteriormente corrotto in “strucchimacchio”e/o “stricchimacchio”  ampliandone, a dileggio, il significato in riferimento ad ogni rossetto, unguento  o pomata usati dalle relative consorti. Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico N.C. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale

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