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CU ‘A VELA VASCIA E CCU ‘A RENZA ‘NSOTTO
Questa volta , via e-mail, è stato il
caro amico A. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome)a chiedermi di suggerirgli, per non
so quale sua occorrenza, in che modo si renda o si
possa rendere in napoletano l’espressione dell’italiano: “Essere di basso
profilo”. Gli ò cosí risposto: l’espressione dell’ italiano di cui mi chiedi,
di per sé, quale la traduzione letterale dell’inglese “to keep a low profile”
varrebbe: evitare di attirare l’attenzione”, “agire senza
clamore”,“comportarsi con discrezione”; viene però in italiano impropriamente usata in riferimento a fatti, persone,
situazioni di scarsa importanza e mediocre significato.Spero che tu invece
gradisca ch’io ti suggerisca il modo migliore per rendere il significato
originale di “evitare di attirare l’attenzione” e similari, cosa che
faccio dicendoti che in napoletano si dice “Jí cu ‘a vela vascia e ccu ‘a renza
‘nsotto” cosí come in epigrafe.
Ad litteram il napoletano vale: progredire senza issare
la vela (cioè “a forza di remi”) e con un andamento circospetto, quasi nascondendosi,
acquattatatamente , figuratamente quasi rasentando un muro, il tutto per non farsi notare, nell’intendimento di
sviare l’attenzione da sé e dall’obbiettivo cui in realtà si tende, non
dando a vedere che si mira a conseguire
con la propria azione un traguardo importante. Piú da presso la prima parte
dell’espressione napoletana è mutuata dal comportamento dei pescatori che in
caso di forte vento evitano di alzare la vela e preferiscono avanzare remigando
a braccia e rasentando la costa invece di prendere il largo sorretti dal vento
che se impetuoso può diventare pericoloso; quanto alla seconda parte
dell’espressione ricorderò che il termine “renza” di per sé vale pendenza,
inclinazione, ma qui piú genericamente sta per “andatura” che deve essere
“‘nsotto” cioè acquattata, nascosta; etimologicamente renza viene dal participio presente haerens del verbo latino hàerere= aderire; in
napoletano infatti alibi si dice pure “tirarse
‘na renza” cioè prendere un’abitudine, aderire ad un modo di fare.
E qui penso di
poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A.
C. e fatta cosa gradita a qualcun altro dei miei ventiquattro lettori
e, piú genericamente, a chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale
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