A PPESIELLE PAVAMMO oppure NE PARLAMMO.
Ad
litteram: al tempo dei piselli pagheremo
oppure ne parleremo. Locuzione con
la quale si tenta di rimandare la soluzione dei debiti o dei problemi a
momenti migliori. In tempi remoti la locuzione posta sulla bocca di un
contadino voleva dire: pagherò i miei debiti al tempo della raccolta dei
piselli, quando farò i primi guadagni della stagione; posta invece sulla
bocca di un medico o peggio d’un becchino
aveva l’aria di una minaccia volendo significare: al tempo dei piselli (quando
ti satollerai di tale ortaggio) ti necessiterà la mia opera o perché cadrai in preda di coliche che i piselli ti procureranno , o - peggio ancora - ne decederai! In tempi piú recenti
l’espressione à conservato la sola accezione di piú o meno velata minaccia di
imprecisate ritorsioni.
NOTA
Nell’espressione
in epigrafe è rimarchevole il tipico uso, nel napoletano del presente
indicativo in funzione di futuro (tempo che pure esiste nella grammatica
partenopea, ma che è pochissimo usato e gli si preferisce – come nel caso in
esame – il presente in funzione di
futuro o costruzioni del tipo aggio ‘a
+infinito ( ò da/ devo da + infinito; ad es.: dimane me taglio ‘e capille o
dimane m’aggi’’a taglià ‘e capille = domani taglierò i capelli);
pesielle
s.n. plur. di pesiello pianta
erbacea rampicante con fiori bianchi o colorati, foglie composte e baccelli
contenenti semi verdi rotondeggianti (fam. Leguminose) ' pisello
odoroso, pianta erbacea rampicante, con fiori di vario colore, somiglianti
a quelli del pisello, ma più grandi (fam. Leguminose);
il gustosissimo seme commestibile di tale pianta; l’etimo della parola pesiello è dal lat. volg. *pisĕllu(m), dim. di pisum, che è dal gr. píson; normale nel napoletano la dittongazione ie della ĕ breve;
il gustosissimo seme commestibile di tale pianta; l’etimo della parola pesiello è dal lat. volg. *pisĕllu(m), dim. di pisum, che è dal gr. píson; normale nel napoletano la dittongazione ie della ĕ breve;
parlammo = parliamo voce verbale (2° pers pl ind. pres.)
dell’infinito parlare/ parlà che
è dal lat. volg. *parabolare, deriv. di parabola= parabola', poi 'discorso, parola' ;
pavammo = paghiamo
voce verbale (2° pers pl ind. pres.) dell’infinito pavare/pavà che è adattamento attraverso un’alternanza g/v
( cfr gonnella→vunnella, golio→vulio, volpe→golpe etc.) di pagare derivato
dal lat. pacare 'pacificare'.
brak
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