‘A
STAGGIONA (l’estate)
A prima vista potrebbe sembrare
strano il fatto che la parlata napoletana renda il toscano estate
con il termine staggione anzi staggiona (correttamente scritto con la doppia G,
come del resto tutte le parole del napoletano che terminano in zione,gione parole che invece il toscano rende con la consonante
scempia) riferendo cioè all’estate
il generico termine stagione usato in toscano per indicare uno qualsiasi
dei quattro periodi di tempo in cui si è soliti suddivider l’anno e cioè ciascuno
dei quattro periodi, di tre mesi ognuno, in cui i solstizi e gli equinozi
suddividono l'anno solare; se si esamina un po’ più attentamente dal punto di
vista etimologico, la parola stagione
(staggiona/e in napoletano) ci si
renderà conto che il fatto non è affatto strano; anzi il napoletano nel definire staggiona la sola estate, si
dimostra alquanto piú preciso della lingua toscana; vediamo infatti che la
parola stagione è dal lat. statione(m), propr. 'luogo
e/o tempo di sosta', con riferimento alle apparenti soste del sole agli
equinozi e ai solstizi; dalla medesima statione(m) latina il napoletano
trae la sua staggiona intesa come
tempo di sosta e riposo e quale periodo
piú adatto dell’estate per prendersi una sosta o un riposo della fatica?
Di per sé infatti la parola estate
dal lat. aestate(m), che in origine significava calore bruciante, come aestus da collegarsi al greco aíthos=
calore, non richiama alla mente che il
solo caldo fastidioso, non la piacevole
sosta del napoletano staggiona. In coda a tutto mi corre però l’obbligo
di ricordare che moltissimi poeti partenopei, bisognosi di una rima tronca in à
ricorsero all’ uso di un poco napoletano està evidente prestito dell’italiano
estate. Perdoniamoli e consideriamo quell’uso una... licenza poetica!
Raffaele
Bracale
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