ARRASSUSIA! ed altro
Tipica,
usatissima locuzione avverbiale esclamativa partenopea che vale Lontano sia!,
Non sia mai! formata dall’aggettivo arrasso e dal congiuntivo ottativo sia; etimologicamente,a
mio avviso l’espressione parte – come ò detto – da un aggettivo/avverbio: arrasso (derivato dall’arabo arah/arasa =
lontano), aggettivo cui è agglutinato il congiuntivo ottativo sia (che è dal lat sit).
Per amor di completezza ricorderò che il compianto amico
prof. Carlo Iandolo nel suo Dizionario
Etimologico Napoletano ipotizza per arrassusia
una derivazione dal lat. abrasum-sit= sia cancellato! Tuttavia l’ipotesi non mi convince e mi dispiace non esser d’accordo con l’amico
Iandolo,ma me lo impongono due considerazioni: 1) semanticamente è pressoché impossibile
(o almeno io non ci riesco!) stabilire o
cogliere un punto di contatto tra il “sia cancellato!”del latino ed i
“lontano sia!, non sia mai!” del
napoletano; 2) morfologicamente poi trovo un po’ troppo macchinoso il passaggio
da abrasum ad arrasso: nulla da eccepire sulla probabile assimilazione regressiva br→rr ma mi lascia molto perplesso quella geminazione della
iniziale sibilante (s) scempia che normalmente in napoletano mi pare evolva nella
palatalizzazione ( s+vocale → sci cfr. simia→scigna – semum→scemo) e non nel
raddoppiamento.
Analoga
alla locuzione or ora esaminata è l’espressione: MANCO ê CANE!,analoga sí, ma permeata di un maggior sostrato
apotropaico. L’espressione infatti va tradotta ad litteram: Neppure ai cani!e
la si puó cogliere sulle labbra di chi, in presenza di un fatto increscioso,
deplorevole,
deprecabile, fastidioso, imbarazzante,increscevole, o
nell’ipotesi di un accadimento che possa rivelarsi scocciante, seccante, sgradevole, spiacevole
fa voti che quel fatto e/o accadimento che si preannuncia troppo importuno,
molesto, noioso non accada né a lui, ma addirittura neppure ai cani.
Rammento in chiusura che la locuzione testé esaminata va opportunamente scritta
cosí come ò fatto e cioè: “manco ê cane!”
e non – come, purtroppo, in taluni sprovveduti autori mi è occorso di leggere “manco ‘e cane!” che andrebbe tradotta :
neppure i cani e non renderebbe l’esatta idea che la locuzione (nella quale i
cani sono destinatari e non attori agenti ) vuol dare atteso che in napoletano
la‘E(pronunzia chiusa) rappresenta gli art.
determ. m.le e f.le plurale i, gli, le e
si premette ai vocaboli maschili o femminili plurali; deriva dal
lat. (ill)ae(s), 'quelli 'di influsso
osco; la caduta per aferesi della prima
sillaba (ill) comporta la doverosa indicazione di un segno diacritico (‘);la
particolarità di questo articolo è che quando sia posto innanzi ad un vocabolo
femminile , ne comporta la geminazione della consonante iniziale (ad es.: ‘e
pate voce maschile, ma ‘e mmamme voce
femminile, ‘e figlie= i figli voce maschile, ma ‘e ffiglie= le figlie voce
femminile etc.); la geminazione è ovviamente
prevista quando la consonante iniziale del vocabolo femminile sia
seguita da una vocale e non da un’altra consonante (ad es. ‘e ppatane= le
patate, ma ‘e stanze= le stanze); mentre la “ê”( sempre pronunzia chiusa) rappresenta
le preposizioni articolate plurali ai, a gli , alle ed è crasi della preposizione a + l’articolo ‘e (i, gli, le). Satis est
Raffaele
Bracale
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