ALCUNE VOCI NAPOLETANE d’uso digiacomiano
Rispondendo ad una
richiesta dell’amico R.O.del quale i
consueti problemi di riservatezza mi impongono d’indicare le sole
iniziali, elenco ed illustro qui di
seguito alcune voci napoletane non chiarissime
usate nei sui versi dal Di Giacomo . Nel farlo m'auguro d'accontentare
l'amico ed interessare anche qualcuno
dei miei ventiquattro lettori. Abbiamo dunque:
ammilocca = plico, busta voce
adattamento del francese enveloppe;
sparata ‘e terziole/trezziole = salva di petardi; terziola/trezziola
= piccola sfilza di petardi legati a mo’ di treccia da cui
trecciola→trezziola/terziola;
ricusaje 3ª pers. sg.
pass. remoto dell’infinito ricusà=non accettare, rifiutare, non
acconsentire a far qualcosa, disapprovare, sgradire [
Dal lat. recusare, deriv. di causa 'causa'];
scicco stiffelio =chic
stiffelius cioè elegante abito maschile, con giacca lunga e stretta;
finanziera [prob. dall’opera Stiffelio di G. Verdi,
rappresentata per la prima volta nel 1850];
Crèzia nome f.le proprio di persona; si tratta del
nome (Lu)crezia procopato ed accorciato in Crèzia;
ndriche lo stesso che ndringhete locuzione
espressiva onomatopeica usata spesso (anche in correlazione con ndranche o ndranghete) al posto di qualcosa di
cui si intenda tacere;
carrí cioè carrino
= carlino, antica moneta di modesto valore fatta coniare [1250 ca] da Carlo I
d’Angiò (donde il nome); era ancóra in uso nel 1860 quando corrispondeva a 10 grani cioè a
43,650 lire italiane;
bunettànema = buonanima,persona defunta; la parola (brutta!)
coniata nel tardo ‘600, fu usata fino a
tutto l’’800, ma poi fu fortunatamente
messa da parte e fu preferito l’uso di
bonànema; faccio notare che bunetta
(che, unita ad ànema, concorse a formare la parola) fu una sorta di
diminutivo/riduttivo di buona ed era
effettivamente brutto e sciocco ritenere
la persona morta non buona, ma solo
buonina/bunetta!
avariuso = di buon augurio, beneaugurante e per ampliamento
semantico gioioso, gaio, felice, brioso, festoso, ridente, lieto, vivace,
sereno, ilare; l’agg.vo avariuso fu
un brutto termine usato solo dal Di Giacomo che – probabilmente – per esigenze
metriche corruppe un originale auriuso
(derivato dal lat. auguriu(m))
facendolo diventare avariuso.
Mi auguro cosí d’aver risposto esaurientemente al. quesito
dell’amico. Satis est.
Raffaele Bracale
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