VARIE
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1 GIACCHINO METTETTE 'A LEGGE E GGIACCHINO FOVE 'MPISO.
Gioacchino emanò una legge e fu impiccato in attuazione
della medesima legge; id est:
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso Con riferimento
a Gioacchino Murat giustiziato a
Pizzocalabro in attuazione di una norma da lui stesso dettata, e poco importa
se in realtà il Murat fosse fucilato e non impiccato.
2 A LL’ALDARE SGARRUPATO NUN S'APPICCIANO CANNELE.
All’ altare druto nn portar ceri accesi. - Figuratamente:
Non corteggiare donne anziane.
3 SI LL'AUCIELLE CANUSCESSENO 'O GGRANO, NUN NE
LASSASSENO MANCO N' ACENO!
Se gli uccelli conoscessero il grano, non ne lascerebbero
un chicco! - Cioè: se gli uomini fossero a conoscenza di tutti i benefici che
la vita offre, ne approfitterebbero sempre.
4DICETTE PULICENELLA: PE MMARE NUN CE STANNO TAVERNE.
Disse Pulcinella: in mare (aperto) non vi sono ripari.
5 SCARTE FRUSCIO E PPIGLIE PRIMERA.
Scarti un fruscio e raccatti una primiera; id est:cader
dalla padella nella brace.
6 VA' DINTO ê CHIESIE GRANNE CA TRUOVE SEGGE E SCANNE...
Va' nelle chiese grandi dove troverai sedie e scranni -
Cioè: Chi vuol qualcosa lo deve cercare nei negozi piú grandi che sono i piú
forniti.
7 FEMMENE, CIUCCE E CRAPE TENENO TUTTE UNA CAPA.
Donne, asini e capre ànno tutti una testa.
8 LL'OMMO CU 'A PAROLA I 'O VOJO CU 'E CCORNE.
L'uomo si conquista con la parola, il bue per le corna.
9'NTIEMPO'E TEMPESTA, òGNE PERTUSO È PPUORTO!
In caso di necessità, qualunque buco può servire da
porto!
10TENGO ‘E LAPPESE A CQUADRIGLIè CA M’ABBALLANO ‘NCAPA
Letteralmente: Ò le matite a quadretti che mi ballano in
testa. Presa alla lettera la locuzione non significherebbe niente. In realtà
lappese a quadrigliè è la corruzione dell'espressione latina lapis quadratus
poi corrotto in quadrellatus,donde quadrigliè
antica tecnica di costruzione muraria romana consistente nel
sovrapporre, facendo combaciare le facce laterali e tenendo la base rivolta
verso l'esterno,ed il vertice verso l'interno, piccole piramidi di tufo o altra
pietra , per modo che chi guardasse il muro, cosí costruito, aveva
l'impressione di vedere una serie di quadratini orizzontati
diagonalmente.Questa costruzione richiedeva notevole precisione ed attenzione
con conseguente applicazione mentale tale da procurare nervosismo, mal di testa e malumore
11 M’HÊ DATO ‘O LLARDO‘INT’ Â FIJURA
Letteralmente:Mi ài dato il lardo nel santino.
L'espressione si usa nei confronti di chi usi eccessiva parsimonia nel
conferire qualcosa a qualcuno e prende l'avvio dall'uso che avevano i monaci di
Sant' Antonio Abate a Napoli che
gestivano in piazza Carlo III un ospedale per cure dermatologiche ed usavano il
lardo dei maiali con il quale producevano unguenti curativi. Allorché poi
dimettevano un infermo erano soliti consegnare al medesimo, per il prosieguo
della cura, una piccolissima quantità di lardo benedetto, avvolto in un santino
raffigurante Sant'Antonio abate
.Pur se benedetto la quantità del lardo era veramente
irrisoria e pertanto assai poco bastevole alla bisogna
12 Fà 'E CCOSE A CAPA 'E 'MBRELLO.
Agire a testa (manico) di ombrello. Il manico di ombrello
è usato eufemisticamente in luogo di ben altre teste. La locuzione significa
che si agisce con deplorevole pressappochismo, disordinatamente,
grossolanamente, alla carlona.
13 CHI NUN SENTE A MMAMMA E PPATE, VA A MURÍ ADDÒ NUNN’ È
NATO...
Letteralmente: chi non ascolta i genitori, finisce per
morire esule. Id est: bisogna ascoltare e mettere in pratica i consigli
ricevuti dai genitori e dalle persone che ti vogliono bene, per non incorrere
in disavventure senza rimedio.
14. È GGHIUTA 'A MOSCA DINT' ô VISCUVATO...
Letteralmente: È finita la mosca nella Cattedrale. È
l'icastico commento profferito da chi si lamenta d' un risibile asciolvere
somministratogli, che non gli à tolto la fameIn effetti un boccone nello
stomaco, si sperde, quasi come una mosca entrata in una Cattedrale... Per
traslato la locuzione è usata ogni volta che ciò che si riceve è parva res,
rispetto alle attese...
15 CU 'NU Sí TE 'MPICCE E CU 'NU NO TE SPICCE.
Letteralmente: dicendo di sí ti impicci, dicendo no ti
sbrighi. La locuzione contiene il consiglio, desunto dalla esperienza, di non
acconsentire sempre, perché chi acconsente, spesso poi si trova nei pasticci...
molto meglio, dunque, è il rifiutare, che può evitare fastidi prossimi o
remoti.
16 TENÉ'A SALUTE D' 'A CARRAFA D’’A ZECCA.
Letteralmente:avere la consistenza della caraffa della
Zecca. Ossia essere gracilissimo e cagionevole di salute quasi come l'ampolla
di circa un litro usata per le tarature, esistente presso la Zecca di Napoli,
ampolla che era di sottilissimo vetro e
perciò fragilissima.
17 LàSSEME STÀ CA
STONGO 'NQUARTATO!
Lasciami perdere perché sono irritato, scontroso,
adirato. Per cui non rispondo delle mie reazioni... La locuzione prende il via
dal linguaggio degli schermidori: stare inquartato, ossia in quarta posizione
che è posizione di difesa, ma anche di prevedibile prossimo attacco il che
presuppone uno stato di tensione massima da cui possono scaturire le piú varie
reazioni.
18 SE FRUSCIA PINTAURO, D''E SFUGLIATELLE JUTE 'ACITO.
Si vanta PINTAURO delle sfogliatelle inacidite. Occorre
sapere che Pintauro era un antico pasticciere napoletano che, normalmente,
produceva delle ottime sfogliatelle dolce tipico inventato peraltro dalle suore
del convento partenopeo detto Croce di Lucca. La locuzione è usata nei
confronti di chi continua a pavoneggiarsi vantandosi di propri supposti meriti,
anche quando invece i risultati delle sue azioni sono piuttosto deprecabili.
19 CARCERE,
MALATIA E NECISSITÀ, SE SCANAGLIA 'O CORE 'E LL'AMICE.
Carcere, malattia e necessità fanno conoscere la vera
indole, il vero animo, degli amici.
20 AJE VOGLIA ‘E METTERE RUMMA, ‘NU STRUNZO NUN ADDEVENTA
MAJE BABBÀ.
Letteralmente:Puoi anche esagerare nell’irrorarlo di rum,
uno stronzo non potrà mai diventare babà...E’ l’icastica e piú divertente
trasposizione dell’asettico adagio italiano:Chi nasce quadro non muore tondo .
Brak
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