ANNOTATÒZZOLE
Potrà sembrare strano, ma piú d’uno dei miei consueti
ventiquattro lettori mi à chiesto di chiarire e dare una spiegazione della voce
napoletana in epigrafe e me l’ànno chiesto probabilmente perché non ne ànno
trovato riscontro nei numerosi lessici dell’idioma partenopeo, lessici che
nella maggior parte dei casi, con pochissime eccezioni, sono stati vergati
attingendo nei testi classici degli
scrittori d’antan e non anche (come
invece sarebbe giusto ed auspicabile) nel parlato comune ed in primis in quello
della città bassa dove nacque e continua a nascere la magna pars delle voci
napoletane. Tanto premesso entro in medias res dicendo che il termine in epigrafe, agg.vo e/o sost.vo m.le e fem.le è usato nell’icastico idioma
napoletano per indicare due tipi di persone: 1 che/chi, reiteratamente e con protervia getti in
faccia a qualcuno parole di rimprovero anche per colpe veniali
2 (estensivamente e nell’uso maggiore) che/chi per esser falsamente caritatevole e/o benevolo, ami rammentare con risentimento a qualcuno piccoli benefici saltuariamente a costui fatti.
2 (estensivamente e nell’uso maggiore) che/chi per esser falsamente caritatevole e/o benevolo, ami rammentare con risentimento a qualcuno piccoli benefici saltuariamente a costui fatti.
Esemplifico per esser piú
chiaro: la padrona di casa che rimproverasse la domestica per non aver portato
in tavola sollecitamente il sale ed il pepe, sarebbe un’annotatòzzole come ed anche di piú lo sarebbe chi avendo
beneficato un bisognoso di un po’ di cibo sottolineasse con l’interessato o con
i terzi quella sua piccola munificenza gloriandosene a dismisura per vestire
falsamente i panni del/della buono/a, altruista, solidale, fraterno/a,
generoso/a, compassionevole.
La voce in esame
etimologicamente risulta essere l’agglutinazione di un voce verbale (annota) e
di un sostantivo (tòzzole):
annota
voce verbale (3ª pers. sg. ind. pres.) dell’infinito annutà (cosícome nell’italiano) 1prendere nota di qualcosa, annotare,
chiosare, postillare; vale però anche (ed è il caso che ci occupa)2 sottolineare accentuare, evidenziare,
rilevare, rimarcare, enfatizzare, notare.Il verbo annutà è dal lat. adnotare→annutà,
comp. di ad e notare.
tòzzole s.vo
f.le pl. di tòzzola = 1(in
primis) cantuccio o pezzo
di pane, per lo piú raffermo; 2 (estensivamente) cosa da poco, inezia, piccolezza,
bazzecola, quisquilia, nonnulla; per l’etimologia non vi sono certezze assolute
e molti dal Garzanti al Treccani si
rifugiano, procurandomi attacchi d’orticaria, nel pilatesco etimo incerto; una prima scuola
di pensiero anonimo (cui aderisce
l’amico prof. C. Iandolo) fa
riferimento,corredandolo però d’ un
punto interrogativo ad un accusativo lat. tursu(m)=gambo della pianta,
torso; dal m.le tursu(m), il f.le*turza→tuzza→tózza + il suff.
diminutivo ola del lat. m.le olu(m); tuttavia rifuggo da questa idea che non mi convince né
morfologicamente (trovo il passaggio da tursum a tozza arzigogolato, gratuito ed arbitrario) né
semanticamente(che nesso mai corre tra un gambo ed un tozzo di pane?...); a mio parere è migliore l’idea propugnata da
un’altra scuola di pensiero ( quella cui
aderí il D’Ascoli ed alla quale mi associo) chefa riferimento ad una voce
spagnola tóca→tóza = pezzo di legno
ed estensivamente di altro.Va da sé che alla voce tóza passata a tózza con
raddoppiamento espressivo dell'affricata alveolare sorda (z) è aggiunto il suff.
diminutivo ola del lat. m.le olu(m) ottenendosi tóza→tózz(a)+
ola→tózzola con il pl. tozzole.
E qui faccio punto
fermo augurandomi d’essere stato chiaro ed esauriente ed aver soddisfatto la
curiosità dei miei ventiquattro lettori
e di chi forte si imbattesse in queste paginette.Satis est.
R.Bracale Brak
Nessun commento:
Posta un commento