A STRACCE E PPETACCE
Ad litteram: A stracci e brandelli; locuzione usata per indicare sarcasticamente tutte le azioni fatte in modo discontinuo, con
scarsa applicazione, a morsi e bocconi, azioni che lasciano presagire risultati
pessimi.
stracce s. m. plurale di straccio= pezzo di
tessuto logoro, riutilizzabile industrialmente per la fabbricazione di carta e
tessuti o impiegato in usi domestici per pulire e spolverare (in quest'ultimo
caso, anche come prodotto commerciale specificamente fabbricato a tale scopo); nella
loc. ‘nu straccio ‘e, (fam.) per indicare cosa o persona
qualsiasi, di poco conto: nun tène ‘nu straccio ‘e vestito ‘a metterse
‘ncuollo=addosso; ‘nu straccio ‘e marito, ‘e mugliera; nun
tene neppure ‘nu straccio ‘e amico pe se cunfidà; spec. pl.
indumento logoro e dimesso: jí in giro vestuto ‘e stracce.
quanto
all’etimo indumento logoro e dimesso:,
straccio è un deverbale di stracci-are/-à che è dal lat. volg. *extractiare,
deriv. di tractus, part. pass. di trahere 'trarre';
petacce s.f. plurale di petaccia = cencio,
brandello, straccio ed estensivamente abito di tessuto logoro; piú in generale con tutte
le accezioni del precedente straccio,
ma con valore accresciuto nel negativo: cchiú
ca ‘nu straccio era ‘na petaccia!
quanto all’etimo, petaccia appare a taluno un derivato dello spagnolo pedazo= pezzo ma a mio avviso non è errato vedervi un
derivato del lat. volg. *pettia(m), di origine celtica = pezza secondo il seguente percorso
morfologico: pettia(m)→pet(ti)a(m) +
il suff. dispregiativo aceus/a→accio/a; tuttavia
qualcuno à anche ipotizzato un lat. volg. *pitacium accanto al classico pittacium/pittacia=
cencio, brandello. C’è da scegliere, quantunque a me piaccia la derivazione dal lat. volg. *pettia(m).
raffaele bracale 8/10/08
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