9 CAUSTICHE ESPRESSIONI
1. ADDÓ
MAJE?
ad
litteram: dove mai?
Domanda
retorica che si suole rivolgere ai
responsabili di azioni discutibili se
non ripropevoli, per indurli a recedere dal loro comportamento ritenuto
non esistente in nessun altro luogo e tanto sbagliato da doversi
necessariamente evitare.
addó = dove? avv. in
quale luogo (in prop. interrogative dirette e indirette, e talora in prop.
esclamative): addó vaje?; addó maje s’è annascuso?; chissà addó
è gghiuto..
dal lat. ad+ de ubi→addo(ve)→addó;
maje avv. nessuna volta,
in nessun tempo, in nessun caso; normalmente rafforza una negazione,
posponendosi al verbo: nun l’ aggiu maje liggiuto= non l’ò mai letto;
nun à maje telefonato né m’à maje scritto =non à mai telefonato né mi à mai scritto; nisciuno l'à maje visto=
nessuno l'à mai visto; dal lat. magis con caduta della sibilante, epitesi di una semimuta finale, caduta della
gutturale ed epentesi del suono di transizione j .
2. Â
‘NTRASATTA
ad
litteram: all’improvviso detto di cose che accadono inaspettatamente, senza che nulla lo
lasci prevedere, nel bel mezzo di altri avvenimenti proprio secondo la traduzione ad litteram del latino: intra res actas da cui scatuisce ‘ntrasatta
della locuzione in epigrafe.
3. Â CASA D’’O FERRARO, ‘O SPITO ‘E LIGNAMMO.
ad
litteram: in casa del fabbro, lo spiedo è
di legno; locuzione usata ad ironico commento di tutte quelle situazioni nelle quali, per
accidia o insipienza dei protagonisti
vengono a mancare elementi che
invece si presupponeva non potessero mancare e ci si deve accontentare
di succedanei spesso non confacenti.
4. ‘A
CARNA TOSTA E ‘O CURTIELLO SCUGNATO.
ad
litteram: la carne dura ed il coltello
senza taglio. Icastica locuzione che
si usa a dolente commento di situazioni
dove concorrano due o piú elementi negativi tali da prospettare un sicuro insuccesso delle
operazioni intraprese. Altrove per significare la medesima cosa s’usa l’espressione
illustrata alibi: ‘A funicella
corta e ‘o strummolo tiriteppeto
5. ACCUSSÍ
À DDA JÍ
Ad
litteram : cosí deve andare;
fatalistica espressione con la quale a Napoli si suole accettare tutte
quelle situazioni che non possono essere
eluse o evitate e alle quali perciò bisogna - sia pure obtorto collo -
soggiacere.Talvolta per completamento della frase in epigrafe ed a significare
un totale abbondono in un Ente supremo che, si pensa, muova tutti gli
accadimenti umani, si aggiunge un religioso e rassegnato e accussí sia ( e cosí sia).
6. ACCUSSÍ
VA ‘O MUNNO
Ad
litteram: cosí va il mondo: espressione
analoga alla precedente, ma con un piú marcato senso di impotenza davanti alla
ineluttabilità di taluni avvenimenti.
7.
CHILLO SE ‘MPIZZA 'E DDETE 'NCULO E CACCIA
'ANIELLE.
Ad litteram: Quello si ficca le dita nel sedere e tira fuori anelli. Id est: la fortuna di quell'essere è cosí grande che, a mo’ di un prestidigitatore, è capace di procurarsi beni e ricchezze anche nei modi meno ortodossi o possibili.
Ad litteram: Quello si ficca le dita nel sedere e tira fuori anelli. Id est: la fortuna di quell'essere è cosí grande che, a mo’ di un prestidigitatore, è capace di procurarsi beni e ricchezze anche nei modi meno ortodossi o possibili.
8 A STRACCE E PPETACCE
Ad
litteram: A stracci e brandelli; locuzione usata per significare tutte le
azioni fatte in modo discontinuo, con scarsa applicazione, a morsi e bocconi,
azioni che lasciano presagire risultati pessimi.
stracce
s.m.pl. di straccio letteralmente
straccio, pezzo di tessuto logoro, riutilizzabile industrialmente per
la fabbricazione di carta e tessuti o impiegato in usi domestici per pulire e
spolverare (in quest'ultimo caso, anche come prodotto commerciale
specificamente fabbricato a tale scopo): il commercio, l'industria
degli stracci; straccio per lavare i pavimenti, per spolverare;
dare, passare lo straccio | ridursi uno straccio, (fig.)
diventare magro, deperito | sentirsi uno straccio, (fig.)
estremamente debole; voce deverbale di stracciare che è dal lat. volg. *extractiare, deriv. di tra°ctus,
part. pass. di trahere 'trarre';
petacce s.f. pl.
di petaccia = straccio,
cencio, brandello; voce derivatata dal lat. pitacium
ma attraverso lo spagnolo pedazo=
pezzo, cencio.
9 ‘A
SOTTO P’’E CHIANCARELLE!
Ad
litteram: Di sotto a causa dei
penconcelli ma a senso: Attenti alla
caduta dei panconcelli!
Locuzione
con la quale si suole commentare tutti gli avvenimenti risultati o gravosi o pericolosi nel loro evolvere; essa prende
l’avvio dal grido di avvertimento che erano soliti lanciare gli operai addetti
alla demolizione di vecchi fabbricati affinché chi si trovasse a passare ponesse attenzione all’eventuale
caduta dall’alto dei dissestati
panconcelli: strette doghe di
stagionato castagno, doghe che poste trasversalmente sulle travi portanti sorreggevano l’impiantito dei solai.
‘a
sotto loc. avverbiale che vale da/di sotto formata dalla preposizione ‘a= da che è dal lat. de
ab nei valori di moto da luogo, origine, agente ecc.; e dal lat. de ad nei valori di moto a luogo,
stato in luogo, destinazione, modo, fine ecc + l’avverbio sotto = sotto, in posizione inferiore dal tardo lat. subtus, avv. deriv. di sub
'sotto';
chiancarelle s.f. pl.
di chiancarella =
panconcello/a: asse di legno di contenuti spessore e lunghezza, assericavata
dal taglio longitudinale del tronco d'albero (per solito castagno) e destinata,
dopo la stagionatura, a essere ulteriormente tagliata in assi piú sottili, un
tempo destinata alla formazione
dell’impiantito di solai e/o pavimenti; la voce napoletana è un diminutivo di chianca
che è dal lat. planca
(tavola): normale nel napoletano il passaggio del digramma pl a chi cfr. platea→chiazza - plumbeum→
chiummo - plus→ cchiú - pluere→chio(v)ere; rammento che in napoletano la voce chianca
derivata di planca indica la
macelleria, il negozio di vendita di carni al minuto in quanto in origine nelle
macellerie la carne veniva esposta e sezionata su di una
tavola (planca→chianca) di legno.
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