CANNELLONI
AL BACCALÀ
Oggi vi propongo una ricetta
per un primo davvero sfizioso a
base di pesce; è notorio che io non ami il pesce, ma per il baccalà e
segnatamente il mussillo di baccalà faccio un’eccezione convinta. L’ingrediente
principale di questa semplice, ma gustosa ricetta è proprio
il mussillo di baccalà, che richiede alcuni
accorgimenti prima della cottura. Preciso súbito che il filetto o parte dorsale e di
mezzo o di baccalà o di stocco è quella parte (la migliore del pesce)
ricavata appunto dalla parte centrale
del merluzzo e precisamente dalla parte piú alta della sua groppa; a Napoli il
filetto di baccalà à il nome di mussillo
( dico súbito che non è tranquillissima
l’etimologia della voce mussillo; una scuola di pensiero propende per una
derivazione per adattamento dal francese
mousse(=spuma morbida e soffice come una
crema ; ma la cosa non mi convince nè semanticamente né morfologicamente;
pur essendo infatti il filetto di baccalà( détto mussillo) tenero e quasi soffice,semanticamente è lontanissimo
dalla consistenza di una crema a base di
bianco d’uovo e panna montata a freddo, quale può essere una mousse dolce ed anche molto
lontano dalla consistenza di una mousse salata risultante da un passato
di prosciutto, di tonno, di fegato od altro;morfologicamente poi non si capisce
perché una voce femminile: mousse debba
avere un diminutivo con suffisso maschile (illo)
dando il maschile m(o)uss-illo e non
un suffisso femminile (ella) che darebbero piú giustamente (un
nome femminile esige un diminutivo femminile, non maschile!...) m(o)uss-ella; ugualmente mi pare semanticamente e
morfologicamente poco convincente una derivazione di mussillo da un adattamento di murzillo
diminutivo di muorzo: semanticamente
il filetto/mussillo
non m’appare riconducibile alla voce muorzo,
atteso che d’esso è impossibile farne un morsicino e neppure un morso!, d’altro
canto morfologicamente non è spiegabile il passaggio di murzillo a mussillo; linguisticamente non è
possibile che il gruppo rz (che al piú può addivenire a zz)
evolva in ss ed infatti non
esistono(ch’io sappia) altre voci dove il gruppo rz sia diventato ss. A questo punto non mi resta che
aderire alla scuola di pensiero che fu già del D’Ambra, scuola che vede in mussillo un diminutivo di musso=
labbra dal tardo lat. musu(m)con
raddoppiamento espressivo della sibilante, cosa esattissima dal punto di vista sia
morfologico (mussillo è l’esatto diminutivo maschile di musso) sia semantico risultando essere il filetto, di cui discorriamo, polposo e morbido
quasi come le labbra di una giovane
donna; il filetto del baccalà (mussillo
‘e baccalà ) che si presta ad essere fritto o a preparazioni alternative
come ‘e zeppulelle o questa della ricetta che segue, si distingue dal filetto di stocco
per essere quello di baccalà piú compatto e bianco oltre che piú polputo
mentre il filetto di stoccafisso (
che in napoletano viene precisamente
indicato come cureniello/córiniello ‘e
stocco ) è di color ambra ed è meno polputo, si apre a fogli e si presta solo tutt’ al piú ad esser lessato e condito in bianco all’agro
con olio, limone, aglio, sale doppio e
prezzemolo, oppure per esser preparato alla vicentina in quella ricetta che i veneti impropriamente
usano chiamare baccalà alla vicentina, laddove è noto che essi per la
ricetta usano lo stocco, non il baccalà!
Passiamo alla ricetta:
dosi per 6 persone
12 cannelloni di pasta secca,
1500 gr. di mussillo di baccalà ammollato,
½ litro di latte scremato,
1500 gr. di mussillo di baccalà ammollato,
½ litro di latte scremato,
5 patate medie;
1 spicchio d’aglio mondato e
tritato,
1 etto di filetti d’acciuga
sott’olio,
1 cucchiaio di farina;
1 bicchiere e mezzo di olio d’oliva
e.v.p.s. a f.,
sale fino e pepe decorticato q.s.
sale doppio due pugni.
un gran ciuffo di prezzemolo
lavato, asciugato e tritato finemente.
procedimento
Mettere a lessare le patate in acqua salata (un pugno di sale
grosso), dopo averle pelate, lavate e tagliate a pezzi abbastanza piccoli.
Tagliare il baccalà a pezzi e metterlo a cuocere in una casseruola, con il
latte e due cucchiai d’olio. Cuocere per
circa 15 minuti badando che il latte non s’asciughi; se succede rabboccarlo con
un po’ d’acqua bollente; a questo punto aggiungere le patate e la farina aggiustando
di sale e pepe e tenere al fuoco moderato per ulteriori 15 minuti. Nel
frattempo in un padellino far dorare nell’olio residuo l’aglio tritato e farvi
sciogliere le acciughe Intanto cuocete i cannelloni. A questo punto, con una
forchetta, schiacciate le patate e il baccalà, finchè non sarano ridotti in
poltiglia ed unirvi le acciughe sciolte. Riempite i cannelloni con il composto
ottenuto e serviteli semplicemente con olio e pepe e cosparsi di prezzemolo
tritato finemente.
Vini: secchi e
profunati bianchi campani ( Solopaca, Capri, Ischia, Falanghina, Fiano, Greco
di Tufo) freddi di frigo.
Mangia Napoli, buona salute!
Raffaele Bracale
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