mercoledì 4 marzo 2020

FORMAZIONE DEL FEMMINILE


FORMAZIONE DEL FEMMINILE
Mi è stato chiesto da piú d’un mio lettore come ci si comporta, nell’idioma napoletano,  quando si debba ricavare un nome e/o aggettivo femminile marcandolo sul corrispettivo maschile. Rispondo dicendo che normalmente i nomi/aggetti maschili  vengono resi femminili mantenendo inalterata la radice e mutando in-a la desinenza [es.:patrone→patrona, ciuccio→ciuccia,scemo→scema, bbello→bbella, faticatore→faticatora,cacciatore→cacciatora] mentre pochi nomi [come “conte” – “miereco”ed altri mutano la desinenza in essa mutando nella radice la o in u [conte→cuntessa] o semplificando il dittongo ie in e (miereco→merechessa]; inoltre una piccola parte dei termini maschili in –tore mutano la desinenza in –trice [es.’mperatore→’mperatrice] ed infine  a)i maschili che ànno il tema in ie semplificano il dittongo in e [es. tiénnero→tènnera, piécoro→pecora, c];a1)ugualmente i maschili che ànno la desinenza in –iere perdono la i diventando al femminile –era[chianchiere→chianchèra];
 b)i maschili in –isto mutano in –esta [canisto→canesta];
c) la radice maschile in –i muta al femminile in –e [ninno→nenna];
d) i maschili con radice in – uo semplificano il dittongo uo in o [es.: percuoco→percoca, santuocchio→santocchia];
e) i maschili con radice in –u al femminile la mutano in –o [suĵo→soja,scurnuso→scurnosa, rattuso→rattosa, russo→rossa].
Non mi pare ci sia altro da aggiungere.
R.Bracale

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