martedì 25 febbraio 2020

FIOSSO & altro


FIOSSO  & altro
Anche questa   volta mi trovo a  raccogliere un garbato  invito   del mio caro amico A.M.(i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che,memore ch’io abbia piú volte affermato che il napoletano sia  se non piú preciso e circostanziato dell’italiano,certamente piú icastico mi à chiesto di esemplificare quella mia affermazione, cosa che faccio mettendo a confronto le voci italiane menagramo e fiosso con le corrispettive napoletane nell’intento di dimostrare appounto quanto il napoletano sia piú icastico e preciso dell’ italiano. Cominciamo con il termine menagramo s.vo ed ag.vo  m.le e f.le  Genericamente persona alla quale, soprattutto per il suo aspetto triste e tetro, si attribuisce (per superstizione o con intento scherz.) il potere di portare sfortuna; iettatore, iettatrice: voce etimologicamente composta di menare,(dal lat. minare) nel sign. di 'portare', e gramo (dal germ. *gram 'affanno, cordoglio'), cioè 'cose grame', misere, infelici; si tratta piú precisamente di una voce d’area lombarda, trasmigrata nell’italiano.
Alla voce menagramo il napoletano, piú acconciamente  oppone il termine
crestariello/cestariello  s.vo m.le di doppia morfologia[ al f.le -rella]   1 in primis gheppio, sparviero,falco grillaio 2 per traslato, come nel caso che ci occupa menagramo, iettatore( semanticamente in riferimento all’acutissima vista del rapace, capace di individuare di lontano la preda, come accade per il menagramo che anche  di lontano, con una semplice guardata, riesce a   colpire la malcapitata  vittima dei suoi sguardi); si tratta etimologicamente di una voce  derivata da un ant. francese cresserel   a sua volta da un lat. med.le cristula. (cfr. D.E.I.).
E veniamo al secondo esempio; in italiano l’arco del piede, la parte della suola della scarpa che si congiunge al tacco e, in corrispondenza dell’arco del piede, rimane leggermente sollevata da terra  è détto fiosso s.vo m.le  dal lat. volg. *flŏssu(m), deriv. di fŏssŭla, dim. di fossa «fossa» come se quella parte fósse una fossetta.
Quanto piú icastico e preciso il napoletano che chiama fammice quella parte stretta del piede tra tallone e pianta, cioè quella parte   della suola della scarpa, in mezzo fra il tacco e la pianta. e deriva il termine fammice  dal lat. famex= ammaccatura atteso che il fiosso del piede è in realtà piú che una fossetta, quasi un’ammaccatura dell’arto inferiore.
Non mi pare ci sia altro da aggiungere per cui mi fermo qui, sperando d’avere accontentato l’amico A.M. ed interessato qualcun altro  dei miei ventiquattro lettori e  chi  forte dovesse imbattersi in queste paginette. Satis est.
Raffaele Bracale


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