sabato 15 febbraio 2020

‘E SPINGULE FRANCESE


‘E SPINGULE FRANCESE

Questa volta prendo  spunto da una richiesta fattami dal mio caro amico D.C.,del quale per problemi di riservatezza posso  indicare le sole iniziali di nome e cognome.  L’amico è un  provetto cantautore chitarrista  che con il nome di D.D’A. (ancóra una volta per per problemi di riservatezza e per evitare una pubblicità non richiesta, posso solo indicare le   iniziali del suo pseudonimo)nei mesi estivi si esibisce sulle piazze dell’avellinese presentando un nutrito repertorio di canzoni classiche napoletane. Egli   mi à chiesto qualcosa  in riferimento ad una famosa canzone classica napoletana di Salvatore Di Giacomo (Napoli, 12 marzo 1860 –† Napoli, 4 aprile 1934) ed Enrico  De Leva (Napoli  19 genn. 1867 - †Napoli  23 luglio 1955). intitolata appunto ‘E spingule francese . Il protagonista di questa gustosa canzone è un giovane venditore girovago aduso a smerciare spilli da balia e se le acquirenti siano belle ragazze non lesina di alienare, con gli spilli anche dei  baci. Orbene poiché nella summenzionata canzone (come si evince dal titolo) gli spilli di sicurezza o  da balia son détti spingule francese (spilli francesi), l’amico mi à chiesto se fósse codificato il perché di definire francesi gli spilli da balia o (in mancanza di certezze acclarate e/o documentate) quale sia il mio parere in ordine a tale perché. Mi accingo alla bisogna precisando in primis che mancano certezze acclarate e/o documentate e bisogna affidarsi a congetture personali che inevitabilmente poggiano su idee soggettive e che prestano il fianco a critiche e/o bocciature. Ma tant’è, pazienza non mi lascerò intimidire da censure, disapprovazioni o  riprovazioni ed esporrò il mio pensiero tranquillamente non senza aver preventivamente fatto piazza pulita dell’unico anonimo “perché” che circola sul web e che riporto per intero in corsivo per mettere sotto il naso del mio amico e dei miei ventiquattro lettori le gratuite castronerie (come preciserò) che impunemente si mandano in giro e che purtroppo talora trovano chi se ne imbocca. Ecco ciò che ò trovato testualmente (giuro!), ma anonimamente scritto:
‘E SPINGULE FRANCESE
è la canzone cantata da massimo ranieri(spingule francese)
spingule francese significa(non letteralmente) spilla da balia
viene chiamata cosí perchè sono appunto spille che venivano usate nel ‘700 dalle balie per chiudere i pannolini di stoffa dei bambini
(viene chiamata spingule francese perchè sono stati appunto i francesi a portare la novità a Napoli)!

Orbene nulla da eccepire sull’affermazione  che (trattandosi di una famosa canzone classica napoletana), essa  rientri nel repertorio anche di Massimo Ranieri...; la cantano in tanti!... Ugualmente nulla da eccepire sul fatto che con il termine spingula francese si intenda la spilla da balia; ciò che è d’acchito da contestare sono le affermazioni fantasiose ed inaccettabili che  quelle spille  venissero usate nel ‘700 dalle balie per chiudere i pannolini di stoffa dei bambini e che venissero  chiamate spingule francese perchè fossero  stati appunto i francesi a portare la novità a Napoli! Pura fantasia! La spilla da balia (a Napoli spingula ‘e nutriccia e poi spingula francese) nel ‘700 non esisteva in quanto si tratta d’una invenzione datata 1849 dell’ inventore americano Walter Hunt (New York 29 luglio 1796 – †8 giugno 1859) che aveva brevettato  anche la penna stilografica,la macchina per produrre chiodi, la macchina per cucire(poi perfezionata da Singer) ed altri utili prodotti.Verosimilmente la spilla da balia  venne a Napoli non dalla Francia, ma intorno alla metà del 1800, direttamente dagli Stati Uniti, atteso che i piroscafi mercantili del Reame solcavano d’abitudine l’oceano per approvvigionarsi di merci ovunque ed  anche nel Nuovo Mondo ed a stretto rigore la spilla avrebbe dovuto dirsi spingula americana, ma poiché essa era usata soprattutto  dalle balie (a Napoli nutriccia ed al pl. nutricce) essa fu detta spingula ‘e nutriccia ritenuta un francesismo ( corruzione del francese nourrice (leggi nurrise) come  in Francia  è la balia ed è probabile che ciò abbia fatto ritenere nel popolino la spingula ‘e nutriccia/spingula ‘e nourrice (nurrise) una spilla francese e dunque spingula francese.
spingula s.vo f.le = spillo (nel caso in esame) di sicurezza o da balia: voce dal lat. volg. spincula(m)  con sostituzione (dovuta ad influsso della vicina nasale dentale (n)) della occlusiva velare sorda (c) con la corrispondente sonora (g).
nutriccia s.vo f.le = balia, nutrice, bambinaia; voce dal  lat. nutrice(m) con raddoppiamento espressivo della occlusiva velare sorda (c),e  metaplasmo (alterazione) della desinenza finale; si sospetta altresí un influsso del francese nourrice che à suggerito il raddoppiamento espressivo ricordato.
  Questo è quanto mi pare di poter congetturare e quantunque  in attesa di qualche contestazione, censura,critica o  disapprovazione, ritengo  se non di aver risposto adeguatamente al quesito dell’amico, d’aver suggerito  una possibile,perseguibile  soluzione al problema e soprattutto di aver sgomberato il campo da talune fantasie che circolano sul web, interessando anche qualcuno dei miei consueti ventiquattro lettori. Satis est.
R.Bracale


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