venerdì 28 febbraio 2020

GIORNALISTA


 GIORNALISTA
Questa volta è stato il  caro amico N. B. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarire a suo benificio e d’altri amici, come si rende in napoletano il termini italiano in epigrafe. Gli ò cosí testualmente risposto:    a Napoli, per connaturato umorismo  nel linguaggio popolare della città bassa, il termine   GIURNALISTE [denominale di giurnale] è usato per riferirsi a gli edicolanti, cioè  a coloro  che in un'edicola vendono i quotidiani ed altre riviste; quelli che li vendono per istrada e di  porta in  porta, cioè gli strilloni sono indicati con il termine  STRELLAZZARE [deverbale del lat. med. stridulactiare addizionato del suff.pl. are che continua nel sg. aro il lat. arius→aro/ero suff. di competenza per sostantivi o aggettivi derivati dal latino o formati in napoletano, che indicano oggetti,ma soprattutto  mestieri]; infine i redattori dei giornali sono detti ironicamente 'e PENNARULE pl. del sg. pennarulo[dal lat. pennariŏlum] che di per sé è l'astuccio ligneo contenitore di penne; il motivo di riferire il nome dell'astuccio a chi, per professione, scrive per i giornali, e chi collabora, come redattore, alla loro  compilazione, ai giornalisti cioè sta nel fatto che sin dai tempi di Ferdinando II,che li riteneva imbrattacarte e scribacchini  ed a lui si deve l’icastico traslato,i giornalisti solevano girare armati di un congruo numero di penne, tali quali gli astucci in cui le penne son riposte e conservate.
 E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico N.B. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste paginette.Satis est.
Raffaele Bracale

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