martedì 18 febbraio 2020

PESULO PESULO E ‘MPARULIARSE


 PESULO PESULO E ‘MPARULIARSE
Questa volta è stato il  caro amico A. M. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) a  chiedermi via e-mail di chiarirgli  significato e portata delle due espressioni partenopee   in epigrafe. Gli ò cosí risposto testualmente:
Alberto caro rispondo in un’unica soluzione ai tuoi due quesiti: pesulo pesulo e ‘mparuliarse che tu mi proponi nell’inesatta lezione paruliare, atteso che questo verbo risulta attestato solo nella forma riflessiva‘mparuliarse; tale verbo rende l’italiano altercare, litigare, dar luogo ad un bisticcio sia pure fatto solo di parole, senza cioè passare alle vie di fatto; si tratta del tipico astioso litigio fra donne borghesi ché se si trattasse di un litigio tra popolane quasi certamente costoro non si limiterebbero alle parole ma darebbero corso alle percosse o saltem
allo strascino ( che, quale deverbale del lat. volg. extraxinare intensivo di tràhere indica un furioso litigio con l’azione di trascinare in terra una donna tirandola per i capelli); l’etimo di ‘mparuliarse è da un in (illativo) + un verbo in forma riflessiva denominale e frequentativo (come si evince dall’infisso “i”) di parola; normale davanti alla consonante occlusiva bilabiale sorda (P) come alibi davanti alla la consonante occlusiva bilabiale sonora (B)il passaggio di in aferizzato ‘n a  ‘m.
E veniamo all’espressione pesulo pesulo che vale sollevato, sospeso da terra in maniera decisa e rapida senza dare iperbolicamente neppure il tempo o il modo di sfiorare il suolo o la superficie su cui un oggetto raccolto rapidamente sia poggiato. In effetti l’agg.vo di grado positivo pesulo/a (che è da un acc.vo lat. volg. pénsulu(m) [per il class. pensile-m]) vale in primis sospeso da terra , sollevato, e per traslato anche all’erta(cfr. l’espressione stà pesulo= stare pronto e teso,star sul chi vive); l’espressione iterativa pesulo pesulo, che ripete quella che di solito è la forma napoletana di fare il superlativo degli aggettivi (cfr. luongo luongo= lunghissimo o altissimo – curto curto = bassissimo – sicco sicco = magrissimo – chiatto chiatto = grassissimo etc.) questa volta serve a sottolineare la maniera decisa e rapida con cui si dà corso all’azione di sollevare un oggetto o una persona. E qui penso di poter far punto convinto d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico A. M. ed interessato qualcun altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente  chi dovesse imbattersi in queste due paginette.Satis est.
 Raffaele Bracale

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