venerdì 7 febbraio 2020

CIUCCIO E PROSUNTUOSO


CIUCCIO E PROSUNTUOSO

Lo si dice causticamente di chi borioso/a, arrogante, supponente, saccente pur in presenza di manifesta ignoranza perserveri nel tenere un atteggiamento spocchioso e  tronfio comportandosi fatidiosamente da saputo/a, saputello/a, sapientone/a, sputasentenze, cacasentenze,quando non da altezzoso/a e superbo/a, mostrando in ogni caso di appoggiare sul nulla il suo contegno il cui sostrato è appunto la piú marchiana insipienza, incompetenza, disinformazione condita, a maggior disdoro,  di ampia incultura e  somaraggine palese.
ciuccio  = asino s. m. quadrupede domestico da tiro, da sella e da soma, con testa grande, orecchie lunghe e diritte, mantello grigio e un fiocco di peli all'estremità della coda, ritenuto paziente e cocciuto nonché (ma non se ne intende il perché) ignorante;ancóra piú strano e non comprensibile il collegamento semantico che se ne  fa a stupido, sciocco e credulone;   varie sono le proposte circa l’origine della parola :chi dal lat. cicur=  mansuefatto domestico; chi dal lat. *cillus  da collegare al greco kíllos= asino;  chi dallo spagnolo chico= piccolo atteso che l’asino morfologicamente è piú piccolo del cavallo; son però tutte ipotesi  che non  convincono molto; e  segnatamente non mi convince  quella che si richiama all’iberico chico= piccolo, a  malgrado che  sia  ipotesi che  appaia semanticamente perseguibile.   Non mi convincono altresí, in quanto m’appaiono forzate,   l’idee che il napoletano ciuccio sia da collegare o all’italiano ciuco o all’italiano ciocco. Vediamo: il ciuco della lingua italiana  è sí l’asino ma nessuno spiega la eventuale  strada morfologica seguita per giungere a ciuccio partendo da ciuco;  d’altro canto non amo  qui come altrove quelle etimologie spiegate sbrigativamente con il dire: voce onomatopeica oppure origine espressiva; ed in effetti   la voce italiana ciuco  etimologicamente non viene spiegata se non con un inconferente origine espressiva; allo stato delle cose mi pare piú perseguibile l’idea che sia l’italiano ciuco a derivare dal napoletano ciuc(ci)o anziché il contrario.  Men che meno poi  mi solletica l’idea che ciuccio possa derivare dall’italiano     ciocco= grosso pezzo di legno e figuratamente uomo stupido, insensibile ed estensivamente ignorante e dunque asino. No, no la strada semantica seguita è bizantina ed arzigogolata: la escludo! 
In conclusione mi pare piú perseguibile l’ipotesi che la voce  ciuccio vada collegata etimologicamente alla radice sciach dell’arabo sciacharà= ragliare che è il verso proprio dell’asino, secondo il seguente percorso morfologico: sciach→ (s)ciach→ciuch→ciuccio; rammento che in siciliano l’asino è detto sceccu con evidente derivazione dalla medesima  radice sciach dell’arabo sciacharà= ragliare.
prosuntuoso/a agg.vo e s.vo m.le o f.le  = che presume troppo di sé, che crede di poter fare cose superiori alle proprie capacità: una persona presuntuosa | che rivela presunzione: un discorso presuntuoso, da presuntuoso;
voce dal lat. tardo praesumptuosu(m), deriv. di praesumíre 'presumere';
borioso/a, agg.vo e s.vo m.le o f.le  che, chi mostra atteggiamento di superiorità, di altezzosità di ostentazione della propria posizione o dei propri meriti veri o presunti,
voce denominale di boria che è dal lat. borea(m) 'vento di tramontana', da cui 'aria (d'importanza)' addizionata del suffisso oso/a suffisso di aggettivi derivati dal latino o tratti da nomi, dal lat. -osu(m)/-osa(m); indica presenza, caratteristica, qualità ecc.
arrogante, agg.vo e s.vo m.le e f.le  che chi dimostra atteggiamento insolente e presuntuoso; voce dal lat. arrogante(m), propr. part. pres. di arrogare;
supponente, agg.vo e s.vo m.le e f.le  che, chi  manifesta un contegno di di sdegnosa superiorità, di arroganza, presunzione.  voce propr. part. pres. di supporre dal lat. supponere, comp. di sub- 'sub-' e ponere 'porre'

saccente agg.vo e s.vo m.le e f.le  che, chi presume di sapere e in realtà non sa; che, chi ostenta presuntuosamente  conoscenze di ciò che  non sa
voce dal lat. sapiente(m), part. pres. di sapere 'essere saggio',per il tramite degli idiomi  meridionali nei quali il nesso pi si risolve in cci (cfr. apiumaccio) ed analogamente bi/bj si risolve in ggi (cfr. habeobabjoaggio)

R.Bracale


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