PROFITTARE
Anche questa volta
mi trovo a raccogliere una garbata provocazione
del mio caro amico P.D.F.(i consueti problemi di riservatezza mi
costringono ad indicare solo le iniziali di nome e cognome) che,memore ch’io
abbia piú volte affermato che il napoletano sia piú preciso e circostanziato
dell’italiano, mi à chiesto di
elencargli ed illustrare le eventuali
voci del napoletano che rendano
acconciamente quella italiana dell’epigrafe.Come ò già détto alibi
e qui ripeto il caro amico – come
diciamo dalle mie parti - m’ à rattato
addó me prore (letteralmente: mi à grattato dove mi prude, id est: mi à
sollecitato sul mio terreno preferito) per cui raccogliendo la richiesta gli
rispondo cominciando, come è mio solito,
con l’esaminare dapprima la voce dell’italiano:
profittare: v. intr. [dal fr. profiter,
der. di profit «profitto»] (aus. avere). – a) fare profitto, avanzare,
progredire,trarre profitto, beneficio, vantaggio, volgere a proprio vantaggio,
usare a proprio beneficio, sfruttare
E passiamo ai verbi napoletani che la rendono, e sono:
abbalerse/avvalerese: v. rifl. [da ab+ valēre→abbalere
addizionato in posizione enclitica di un SE corrispettivo dell’italiano SI, forma
atona del pronome rifl. di terza persona, sing. e plur., che serve alla
coniugazione dei verbi riflessivi] doppia morfologia una volta risultante da
un’assimilazione progressiva, la seconda
da un’assimilazione regressiva: valersi, servirsi di qualcosa e/o
qualcuno per raggiungere un proprio scopo.
appruvicciarese : v. rifl.[dall’iberico aprocechar addizionato
in posizione enclitica del consueto SE
corrispettivo dell’italiano SI forma atona del pronome rifl. di terza persona,
sing. e plur. c.s. ]: approfittare di circostanze favorevoli per procurarsi dei
vantaggi in modo illecito.
Granecà: v. trans. [denominale del s.vo grano, moneta napoletana e siciliana usata fin dal
XIV secolo.] :sfruttare una situazione o una persona per procurarsi danaro; a
margine rammento che il grano fu moneta del valore di 12 cavalli o calli ed il nome,
derivatogli dal latino granu-m, inteso come peso, fu quello di diverse monete coniate nel Regno di Napoli
e Sicilia, Malta ed in Ispagna sin dal XIV sec. e corrispondeva a 4,365 lire
italiane.
‘Mprufecà v. trans.ed intr. [dal lat. in(→’n e ‘m davanti
all’espolosiva )+proficere] sinonimo del precedente, ma di valenza maggiore
riferito com’é ad un piú lauto profitto
guadagnato nell’intento di accumulare.
E qui faccio punto fermo augurandomi d’essere stato chiaro
ed esauriente ed aver soddisfatto la curiosità dell’amico P.D.F. quella dei miei ventiquattro lettori e di chi forte si imbattesse in queste
paginette.Satis est.
R.Bracale Brak
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