PURTUALLO/PURTUVALLO
Questa volta è stato il
caro amico M. C. (i consueti problemi di riservatezza mi costringono ad
indicare solo le iniziali di nome e cognome) a
chiedermi via e-mail di chiarirgli l’etimologia della voce
partenopea in epigrafe, voce usata in
doppia morfologia, per indicare quello che, in lingua nazionale è il
frutto dell’arancio dolce.L’amico mi à chiesto lumi giacché non è rimasto
soddisfatto di ciò che altro amico gli aveva suggerito e cioè che il termine purtuallo
derivasse dalla lingua francese e segnatamente dall’espressione "pour
toi"= "per te" pronunciata dai napoletani, al tempo (1799) dell’invasione
delle truppe al comando del gen.
Championnet nell’offrire, ai militi francesi, un’arancia. Ò súbito sgombrato il
campo da certe fantasie dicendo all’amico
M. C. che aveva tutte le ragioni di non essere soddisfatto di
qualcosa che à tutta l’aria d’essere una leggenda metropolitana e che
l’espressione francese riportata, pour toi non poteva stare alla base dell’etimo di purtuallo/purtuvallo
con cui à solo una tenue
assonanza e nessuna attinenza semantica.
In realtà la parola di cui ci occupiamo deriva dritto per
dritto dalla voce Portogallo (paese dove la pianta
ed i suoi frutti si diffusero dapprima in Europa nel sec. 14°, provenendo dalla Cina).
Dal termine portogallo→purtu(g)allo il napoletano trasse il nostro purtuallo con caduta della g nonché il collaterale purtuvallo
con epentesi consonantica (v)
d’un suono transitorio. Non ci si meravigli se un termine analogo (portakal)
lo ritroviamo anche in lingua turca dove la voce è potuta pervenire proveniente da Napoli per
il tramite di invasori saraceni o esportata da marinai partenopei.
E qui penso di poter far punto convinto
d’avere esaurito l’argomento, soddisfatto l’amico M.C. ed interessato qualcun
altro dei miei ventiquattro lettori e piú genericamente chi dovesse imbattersi in questa paginetta.Satis
est.
Raffaele Bracale
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